Psycho

In un futuro remoto, l'originale firmato da Alfred Hitchcock nel 1960 potrebbe essere irreperibile ai nostri sfortunati pronipoti, e magari si dovrebbero accontentare di questo curioso remake di Gus Van Sant. Se la drammatica ipotesi si avverasse, saranno i nostri posteri capaci di leggere in controluce il genio del Maestro o penseranno che era sopravvalutato?

Non che questa versione sia brutta, è solo molto sbiadita, come se fosse stata passata in lavatrice ad una temperatura troppo elevata. Sceneggiatura praticamente identica, con qualche minuscola variazione che non aggiunge praticamente nulla, idem per la colonna sonora, tra le migliori firmate da Bernard Herrman, riadattata qui da Danny Elfman, introduzione del colore, di cui si poteva fare tranquillamente a meno, anzi forse concorre a togliere quell'alone di inquietudine che aleggia nell'originale anche nelle scene più banali, cast poco incisivo.

In particolare il Norman Bates di Vince Vaughn non riesce ad avvicinarsi nemmeno lontanamente a quello di Anthony Perkins. E anche il confronto tra Anne Heche e Janet Leigh è vinto dalla seconda senza alcuna fatica.

Tra i comprimari, Julianne Moore è quella che se la cava meglio (aiutata anche dalla sceneggiatura che le dà un po' più di respiro - è la sorella della protagonista), accettabile anche il risultato di William H. Macy (l'investigatore). Viggo Mortensen m'è sembrato fuori parte e sprecato in un ruolo assolutamente secondario (fidanzato).

Una segretaria (Heche) viene messa di fronte ad una grossa tentazione, non riesce a resistere, si impossessa di una forte somma di denaro e scappa. Finisce al Bates Hotel, il cui proprietario (Vaughn) è fuori come un balcone e dominato dalla personalità molto forte della madre. In una scena che è nella storia del cinema, la protagonista passa dalla doccia all'oltretomba nel giro di pochi secondi via una serie di coltellate che nemmeno Caio Giulio Cesare. Un investigatore (Macy), la sorella (Moore), il fidanzato (Mortensen), indagheranno sulla vicenda scoprendo cose che avrebbero preferito non scoprire.

Finale con spiegone che, se nell'originale poteva essere utile per quella parte del pubblico che non fosse avvezzo ai problemi della psiche, in un film girato alla fine di millennio induce allo sbadiglio.

Il cast si deve essere divertito un mucchio a girare questo esercizio di stile. Meno divertente la visione.

12 commenti:

  1. sì, come dici tu probabilmente il cast è quello che si è divertito di più!

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  2. il remake sta al VERO Psycho come la Ferilli sta a K. Hepburn
    concordo con te: lo spiegone è inutile (a meno che tra gli spettatori ci sia qualche QI<80)

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    1. Se non altro, è la dimostrazione che il genio non è replicabile a piacimento.

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  3. Ecco perché non dovrebbero esistere i remake, non oso immaginare cosa combineranno con Robocop!

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    1. Una storia la si può raccontare di nuovo per gioco (che in questo caso non è venuto benissimo), per mancanza di altre idee, perché la si vuole esplorare sotto una diversa prospettiva, o anche solo perché ci piace così tanto che si vorrebbe farla conoscere meglio.

      Paul Verhoeven, per quanto mi stia simpatico, non è Hitchcock, Robocop non è Psycho, e José Padilha potrebbe dare una lettura personale alla vicenda.

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    2. Sono d'accordo nel primo e terzo caso, ma per mancanza di idee no. E' quel che sta succedendo adesso a livello cinematografico: poche idee. E si realizzano film sui super-eroi (prima non uscivano così tanti film all'anno), remake, sequel su sequel, trame spesso simili tra loro. Incassi facili ma sceneggiature non sempre buone.

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    3. Esatto. Dunque vale forse la pena di vedere i remake di tipo 1, 3, 4 (esempio di questo tipo: Funny games US, remake letterale di Funny games per il mercato americano e dunque diffuso in tutto il mondo. L'originale tedesco ha avuto una distribuzione molto più modesta). Per quelli di tipo 2 sono d'accordo con te e cerco di evitarli.

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  4. Praticamente identico, spiegone a parte, peccato che attori ed atmosfera siano lontani anni luce da quelli che hanno fatto storia con l'originale.

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    1. Non vorrei che fosse uno scherzo della memoria, ma giurerei che anche lo spiegone è identico.

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  5. Non mi perdo niente quindi, ma è strano, forse qualche remake lo salverei, non questo, ma alcuni si: La casa 1 e 2, vogliamo mettere, ad esempio? Su Psycho (titolato così anche da quelli di Top Crime, canale Mediaset, nella sua recente riproposizione a "edizione integrale"), quello originale, direi che si possono spendere parole e parole, e si può dire che è il film di Hitchcock più visto, anche se non si sa che l'ha diretto o che ha fatto ben altro in quegli anni.

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    1. Già, se si ha sottomano l'originale si può tranquillamente evitare questo esercizio di stile un po' troppo fine a sé stesso.

      Neanch'io sono pregiudizialmente contrario ai remake, direi che vale la pena di valutare caso per caso.

      Avessi dovuto azzardare quale sia il titolo più noto del Maestro avrei azzardato La finestra sul cortile, o Notorious oppure anche ... vabbè, mi fermo qui. Su Imdb però Psycho risulta davvero il più votato.

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