In trance

Il confronto con una lunga serie di film che, in un modo o nell'altro, hanno qualcosa a che vedere con la storia qui narrata (Memento, Inception, Se mi lasci ti cancello, La migliore offerta ...) non giova a questo lavoro di Danny Boyle (che pare si sia finalmente deciso di dare a Trainspotting un seguito, seguendo lo sviluppo del romanzo di Irvine Welsh). La regia è come al solito eccellente, ma la sceneggiatura ha degli inciampi, incongruità, improbabilità che mi hanno lasciato perplesso.

Simon (James McAvoy), dipendente di una casa d'aste, salta il fosso e si allea con una banda di delinquenti capitanata da Franck (Vincent Cassel) per rubare un Goya (l'inquietante Streghe in aria).


Sarebbe dovuto essere un colpo scientifico (cit. I soliti ignoti di Monicelli, battuta di Peppe er Pantera - Vittorio Gassman) ma ci sono un paio di inghippi. La talpa cerca di fare il triplo gioco, e si prende uno sganassone così potente da fargli perdere la memoria.

Il dipinto non si trova più ed è inutile il tentativo di fargli ricordare con le maniere forti dove sia finito. Ci si rivolge dunque ad una strizza (Rosario Dawson) che pratica l'ipnotismo per aiutare i suoi pazienti ad affrontare problemi più grandi di loro.

Da qui in poi le cose si complicano esponenzialmente, ma non tanto per una discesa nella mente di Simon, quanto per una serie di colpi di scena che mirano a spiazzare lo spettatore. Direi quasi che, invece di andare in profondità, lo sviluppo della trama corre veloce in superficie, toccando rapidamente molteplici temi. Indice di quanto anche sceneggiatori e regista siano poco convinti della chiarezza della storia il fatto che ci dobbiamo sorbire un doppio spiegone (con in mezzo ulteriori colpi di scena).

Bello il finale in cui un personaggio si troverà a dover decidere se conviene dimenticare una persona che ama ma gli ha causato un gran dolore (e non parlo solo di sentimenti), oppure no.

2 commenti:

  1. mi hai fatto venir voglia di vederlo (qui lo danno al Capitol)
    apprezzo molto le tue citazioni; sentire la voce di Gassman quando dice "scientifico" è una pura gioia

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    1. Visto il non molto che propongono di questi tempi al cinema, mi sbilancerei nel consigliarlo, per lo meno ad un pubblico adulto (sesso, violenza, complicazione dell'intreccio). Non è tra le migliori cose di Danny Boyle, ma non è malaccio.

      Mi fa piacere che tu abbia apprezzato la citazione :)

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