L'uomo carponi

Il professor Presbury (Charles Kay) è un primatologo, credo. Sicuramente di chiara fama. Subito all'inizio (*) parla con il suo assistente, Jack Bennett (Adrian Lukis), di una sua pubblicazione che dovrà gettar luce su un errore compiuto da Charles Darwin. Niente meno. Altre cose bollono in pentola. Il professore è infatti sul punto di sposarsi con Alice Morphy (Anna Mazzotti), che ha l'età di sua figlia Edith (Sarah Woodward), la quale è fidanzata con l'assistente del padre.

Una notte Edith viene risvegliata da strani rumori, e vede che uno strano essere umanoide la sta osservando dalla finestra. L'impressione è così forte che la tapina, che pur è di carattere molto forte, sviene. Il giorno dopo ne parla con il padre, che però minimizza, suggerendo che abbia avuto un incubo. Il fidanzato, succube del suo boss e futuro suocero, si accoderebbe alla versione professoriale, se non fosse che lei gli proponesse la scelta tra portare il caso a Sherlock Holmes (Jeremy Brett) o veder terminato brutalmente il loro fidanzamento.

Si sviluppa quindi una avventura che ha tonalità gotiche ma a cui fanno da contrappunto svariati spunti comici. Ad esempio, Holmes convoca il dottor Holmes (Edward Hardwicke) perché lo assista nel colloquio iniziale con il Bennett con un perentorio biglietto che dice qualcosa come:

vieni immediatamente, se ti è possibile
sennò, vieni lo stesso


In questo episodio torna in azione l'ispettore Lestrade (Colin Jeavons), anche se non ha molto da fare, se non vedersi accreditati i risultati dell'indagine holmesiana. L'ambientazione scimmiesca della storia permette di vedere all'opera Peter Elliott, uno tra i principali interpretatori umani di scimmioni. Ad esempio è stato chiamato anche per Gorilla nella nebbia e Congo.

La storia di Sir Conan Doyle su cui è basata la sceneggiatura è considerata a grande maggioranza tra le cose peggiori dell'opus sherlockiano, anche a causa della sua implausibilità. Nonostante questo ha degli elementi di notevole interesse. Lo si può vedere come un tentativo di combinare elementi pulp con meditazioni più elevate sul confine e i rischi della ricerca scientifica. Il riferimento a Frankenstein e a Dottor Jeckill e Mr Hide non mi pare sprecato.

La versione Granada ha cercato di alleggerire i toni, rimuovendo un collegamento a Praga e introducendo Jenkins e Wilcox (Peter Guinness), due manigoldi ben noti alle reali galere, che spostano l'enfasi dalla misteriosa mitteleuropa ai bassifondi londinesi.

(*) Dopo una sequenza iniziale che è un vero e proprio spoiler.

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