Quarta e ultima regia di John Bruce per lo Sherlock Holmes in versione Granada. Aveva diretto altri pregevoli episodi, in particolare segnalerei il curioso La lega dei capelli rossi, ma questo li batte.
Come al solito, grande è la fedeltà formale rispetto all'originale di Conan Doyle. C'è un leggero cambiamento nel finale sul modo in cui l'oggetto dell'indagine viene ritornato, che risulta peraltro funzionale e molto soddisfacente per il taglio che si è voluto dare all'episodio.
Come ne Il patto navale, Holmes (Jeremy Brett) viene contattato dal governo di Sua Maestà per ritrovare un documento diplomatico misteriosamente scomparso, il cui uso da parte di altri governi causebbe grosse turbolenze internazionali. Si parla addirittura della possibilità tutt'altro che remota di una guerra.
Nei guai è finito il segretario di stato per gli affari europei, Trelawney Hope (Stuart Wilson), ma sembra che Holmes sia più mosso all'azione dall'interesse per la di lui signora (Patricia Hodge). Ad una affermazione del dottor Watson (Edward Hardwicke) sullo stile di Lady Trelawney Hope, Holmes risponde dicendo di essere più interessato al suo carattere, però il suo linguaggio non verbale mi dice altro, e mi fa venire il sospetto che veda in lei un riflesso di Irene Adler, da Scandalo in Boemia.
Interessante il parallelo con l'ispettore Lestrade (Colin Jeavons). Se questi non si fa problemi nell'attribuirsi successi altrui, Holmes in questo caso arriva a dichiararsi inutile alla soluzione del caso, facendo in modo che questo, come il gatto del Cheshire, sparisca lasciando al suo posto solo un sorriso.
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