Che Sherlock Holmes (Jeremy Brett) spesso maltratti i suoi clienti non è certo una sorpresa, ma questa volta neanche il dottor Watson (David Burke) riesce a trattenersi e i due ridono apertamente al racconto di Jabez Wilson (Roger Hammond) della sua disavventura.
E' successo infatti che a costui è stato fatta balenare la speranza di essere stato prescelto, grazie alla sua appariscente chioma, per essere lautamente pagato per copiare a mano l'Enciclopedia Britannica. La pacchia però non è durata molto, e un bel giorno la lega che così generosamente pagava il suo inutile lavoro sparisce nel nulla.
Sulle prime anche Holmes pensa ad una burla ordita da chissà chi alle spalle del poveretto, ma un successivo approfondimento lo mette sull'avviso che qualcosa di grosso si può celare dietro quella che sembra una innocente marachella.
Fin qui si mantiene l'impostazione originale di Conan Doyle, al punto di seguire pure i nostri due quando vanno a teatro a sentire un concerto di Pablo de Sarasate (*), paragonabile a Niccolò Paganini per l'attività compositiva e interpretativa, ma coevo al periodo in cui sono ambientati i racconti in questione, tardo ottocento, insomma.
Viene aggiunto però un particolare fondamentale. In questa versione, l'operazione criminale è riconducibile al professor Moriarty (Eric Porter), che si mostra anche molto contrariato dall'ingerenza del consulting detective, giustificando così meglio lo scontro mortale tra i due che sarà trattato nel prossimo episodio, ultimo della stagione.
Nota che, nel canone ufficiale, questo racconto è tra i primi, seguendo Uno scandalo in Boemia nella collezione de Le avventure di Sherlock Holmes (che è anche il titolo che Granada ha dato a queste due annate di riduzioni televisive). E quindi in realtà è molto distante da L'ultima avventura, che chiude Le memorie di Sherlock Holmes.
(*) Interpretato da Bruce Dukov in una delle sue rare interpretazioni sullo schermo. Qui suona Bach (credo) ad una velocità spaventosa.
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