L'importanza di questo racconto sta nell'introduzione del personaggio di Mycroft Holmes, qui interpretato da Charles Gray, fratello maggiore di Sherlock (Jeremy Brett) che sarebbe dotato di capacità analitiche e induttive persino superiori a quelle del fratellino, il che lo renderebbe un eccellente investigatore, se non fosse che mancasse della sua atleticità (abbiamo visto come sia anche un provetto pugile) e sia ancora meno capace di interagire con altri esseri umani.
Questa versione televisiva cambia alcuni dettagli, rendendo tra l'altro un particolare poco chiaro. Viene infatti saltata la spiegazione di come i nostri eroi riescano a trovare la villa in cui si è svolto il fatto criminoso, lasciandone solo un misero accenno.
Da notare che entrambi gli Holmes usino il loro acume in questo caso solo a sprazzi. Ad esempio, Mycroft causa grossi problemi all'interprete del titolo, pubblicando sui giornali una richiesta che lo mette in pericolo, e Sherlock, che pure si rende conto dell'idiozia che ha fatto il fratello, si limita ad un blando avvertimento al povero disgraziato, che in seguito a ciò rischierà la vita. Sarà il provvidenziale intervento del dottor Watson (David Burke) a salvarlo.
Anche il finale è cambiato, probabilmente perché la produzione voleva movimentare la puntata con un po' di azione ferroviaria. Ne si approfitta per rendere lo Sherlock di Brett persino più misogino dell'originale di Conan Doyle.
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