Come seconda avventura da portare sullo schermo, quelli di Granada hanno scelto The adventure of the dancing men, che solitamente in italiano viene tradotta come L'avventura degli omini danzanti. Il titolo che ha scelto la distribuzione italiana fa più pensare a Dylan Dog (Giuda ballerino!) che al consulting detective di Conan Doyle, ma la realizzazione continua ad essere molto fedele alla lettera.
Curioso che si sia scelta ancora una storia in cui Sherlock Holmes (Jeremy Brett) non stravince. Se nella prima puntata pareggiava, qui ottiene una vittoria ai punti, facendo sì arrestare Abe, il cattivo di turno, ma arrivando molto vicino a perdere i suoi clienti. Considerando che Gli uomini danzanti non fanno parte della prima raccolta che dà anche il titolo all'intera stagione bensì de Il ritorno di Sherlock Holmes, vien da pensare che si sia intenzionalmente mostrato subito come Holmes, nonostante la sua genialità, non sia imbattibile.
Questa volta a portarlo sull'orlo del disastro è la sua tendenza ad agire solo quando è certo della soluzione. E qui, dovendo aspettare una risposta dalla polizia di Chicago per accertarsi dell'identità di Abe, perde tempo prezioso.
La coppia Holmes - Watson (David Burke) funziona a meraviglia. Il punto debole è semmai la regia, televisiva e molto anni ottanta, ma è già tutto dichiarato dalla produzione.
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