La storia Nick Schenk e David Dobkin, con il secondo anche alla regia. Ma non è poi così importante. Con un cast del genere è davvero difficile sbagliare. Anche se tagliare una mezz'oretta facendo sparire qualche sviluppo secondario non sarebbe stata una cattiva idea.
L'apparenza è quella del legal thriller ma il cuore dalla storia sta tutto in una incasinatissima relazione padre - figlio, con tutto quello che ne consegue. Anche se, nonostante il clima molto teso all'interno della famiglia Palmer, due funerali, un omicidio con relativo processo, un divorzio incipiente e altri fatterelli minori, l'azione si dipana con sufficiente levità, almeno per gran parte del tempo.
Hank (Robert Downey Jr.) è un avvocato di dubbia moralità ma gran successo che esercita a Chicago. L'immagine di vincente è però molto sottile, e ci accorgiamo rapidamente che non ha amici, il matrimonio è in fase terminale, e non sa praticamente nulla della figlia. In più, sua madre muore improvvisamente, così che si trova a dover tornare nel suo paesello nell'Indiana, da cui si è tenuto accuratamente lontano per un paio di decenni.
Il padre (Robert Duvall) ha un caratterino molto particolare, basti dire che tutti, compresi i figli, lo chiamano Giudice. Persino quando si troverà ad essere al banco del testimone il giudice titolare del dibattimento lo chiamerà Giudice. Come si vedono incominciano a scoccare scintille. Hank se ne tornerebbe appena possibile a Chicago, ma un incidente lo trattiene. Pare che il padre abbia investito e ucciso un tale, anche se lui non ne ha alcun ricordo. Visto che in passato aveva avuto un problema di alcolismo, Hank sospetta che quella sia la ragione.
Il processo aiuterà a chiarire anche il motivo della tensione tra i due. Anzi, i due sfrutteranno la procedura giudiziale come artificio per parlare dei fatti loro. Avendo finalmente l'avvocato modo di poter fare domande dirette ed esigere risposte sincere dal Giudice.
Notevole anche il cast a supporto. Vale la pena di ricordare almeno Vera Farmiga nei panni della ex con cui Hank filava quand'era un ragazzetto (*) e Billy Bob Thornton è il pubblico ministero deciso a sfruttare la situazione per far vedere i sorci verdi a quello che vede, non a torto, come un pessimo esempio di avvocato.
Nota autoironica degli sceneggiatori, il fratello più giovane di Hank, Dale (Jeremy Strong), ha problemi mentali. E' quello che, volendo essere politicamente scorretti, si potrebbe definire lo scemo del paese. Costui usa una vecchia cinepresa a otto millimetri per nascondere la sua insicurezza, riprende tutto quello che può, e realizza filmini curando da sè anche il montaggio.
(*) Scopriamo che l'ha mollata in concomitanza di un concerto dei Metallica. Evento del quale conservano entrambi memoria, e lui la t-shirt.
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