Cinque nomination agli Oscar (*) e nemmeno una statuetta per questo film di Bennett Miller. Non è tanto il risultato finale che mi stupisce, quanto le candidature, visto che la storia narrata, pur essendo basata su fatti reali, deve essere risultata aliena a molti dei votanti. O per meglio dire, una di quelle storie che non si vuole stare a sentire. Si parla infatti di gente che all'inizio del racconto potremmo pensare sia di successo, due atleti con medaglie d'oro olimpiche, e il rampollo di una famiglia tra le più influenti al mondo. La narrazione ci fa vedere cosa c'è davvero dietro i lustrini, e il finale è decisamente tragico. Insomma, l'esatto contrario di un film come La ricerca della felicità di Muccino o Whiplash, che quest'anno si è aggiudicato ben tre Oscar.
Inoltre anche la struttura del cast è poco chiara. Secondo l'Academy il protagonista è Steve Carell, anche se a bene vedere gran parte della storia è narrata seguendo il punto di vista del personaggio interpretato da Channing Tatum, e la scena madre che definisce il film è, a mio parere, quella che vede il solo Mark Ruffalo di fronte alla macchina da presa, con il suo personaggio costretto a dire, per amor di quieto vivere, cose che non pensa.
Mettiamoci pure che i tre personaggi principali sono quasi irriconoscibili e si muovono e agiscono in un modo che potrebbe sembrare grottescamente fuori luogo, visto che di comico c'è ben poco in questa storia. Però, da quanto ho letto, e per quanto possa sembrare strano, sia l'aspetto di Carell sia le movenze di Tatum sono descritte da chi li conosceva come rappresentazioni ragionevoli dei modelli originali.
Iniziamo facendo la conoscenza di Mark Schultz (Tatum), lottatore che non pare particolarmente sveglio e, pur avendo vinto una medaglia d'oro alle recenti olimpiadi di Los Angeles (**), se la passa economicamente piuttosto male e non riesce ad avere un rapporto decente con anima viva, a parte il fratello, David Schultz (Ruffalo), anche lui olimpionico, che gli fa anche da allenatore.
John du Pont (Carell) è un rampollo di quella che, nel video che viene omaggiato a chi passa dalla sua magione, viene descritta come la più ricca degli Stati Uniti. Contatta Mark per fargli un'offerta di quelle difficili da rifiutare. Vuole creare un team di lottatori e lui sarebbe la star del gruppo. Decida lui lo stipendio. Il povero Mark dice la cifra più alta che gli viene in mente, venticinquemila dollari all'anno, che viene ovviamente accettata senza batter ciglio. John vorrebbe anche David, ma questi ha moglie (Sienna Miller), due figli e nessuna voglia di muoversi.
Scopriamo rapidamente che John è completamente fuso e che la sua passione per la lotta probabilmente non è altro che una infantile contrapposizione a quella di sua madre (Vanessa Redgrave) per i cavalli. Mark diventa il suo campione da esibire alla serate di gala e, tra l'altro, pur richiedendogli prestazioni da atleta, lo introduce all'uso della cocaina.
Nonostante lo scarso acume, John si rende conto la sua squadra di lottatori è destinata all'irrilevanza. Convince quindi David (***) a raggiungerli e a prendere in mano il team. La situazione diventa esplosiva. Mark pensava di essere diventato indipendente dal fratello, ma scopre che non è così, ha i muscoli ma gli manca l'intelligenza necessaria per essere un vero campione. David fa il lavoro che gli piace, ma è costretto a mentire a se stesso, per non ammettere apertamente che il suo capo è un vanaglorioso imbecille. John ha quello che vuole, ma non può non accorgersi che la sua vita è finta, costituita da menzogne tenute assieme dal denaro.
E non può che succedere una catastrofe.
(*) Regia, sceneggiatura, protagonista, non protagonista, trucco e parrucco.
(**) Che sono state quelle del boicottaggio da parte del blocco sovietico, in risposta alla mancata partecipazione del blocco NATO (con qualche eccezione, tipo la nostra) a quelle precedenti di Mosca.
(***) Non ci viene detto come, si lascia immaginare che abbia staccato un assegno molto più pesante di quello per Mark.
Dovevo andare sta sera a vederlo... invece è saltato tutto.
RispondiEliminaSono curioso: è uno dei pochi film degli oscar che mi manca.
A me ne mancano ancora un sacco, però questo mi pare uno tra i più interessanti.
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