Con gran sorpresa di tutti (*) Sherlock Holmes (Jeremy Brett) torna nella sua Londra. Sono passati tre anni dai fatti della cascata del Reichenbach e ormai tutti quanti si erano messi il cuore in pace sul suo trapasso, con l'eccezione di suo fratello Mycroft, che era stato informato dei fatti. Ancor più sorprendente, però, il cambio di connotati del dottor Watson, a cui però nessuno sembra fare caso. Ce ne accorgiamo solo noi spettatori perché a cambiare non è il personaggio ma l'interprete (Edward Hardwicke).
Questo primo episodio del secondo blocco mi è parso al di sotto degli standard della serie, ma solo perché è il racconto stesso originale ad essere piuttosto noioso, costretto com'è dal dover fornire uno spiegone sulla finta morte del protagonista e sul suo colpevole silenzio anche nei confronti di Holmes, e dal dover fare agire come investigatore il povero Watson, che per esigenze di copione deve essere mostrato come relativamente incapace.
Il caso trattato è piuttosto insipido. Un luogotenente del professor Moriarty è tuttora attivo a Londra, ma campa a stento barando al gioco. Quando scopre che Holmes è tornato in Baker Street si prepara ad eliminarlo sparandogli da una casa di fronte provvidenzialmente sfitta (da cui il titolo).
(*) In particolare di Conan Doyle, che avrebbe voluto lasciar defunto il suo consulting detective e dedicarsi ad altro.
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