Solido impianto teatrale per una tragedia che ha per protagonista Johnny Depp nei panni del seicentesco conte di Rochester, morto a 33 anni per non aver trovato un senso nella sua vita.
L'opera è stata convertita per il cinema dallo stesso autore, Stephen Jeffreys, e diretta da Laurence Dunmore al suo primo lungometraggio (più noto nella pubblicità e per video clip) che, nonostante le premesse, si comporta bene.
Buono il cast che affianca a Depp John Malkovich nei panni di re Carlo II; Samantha Morton, attrice di cui il conte si innamora; e Rosamund Pike (Orgoglio e Pregiudizio) la paziente moglie.
Bella la colonna sonora di Michael Nyman, che rielabora come suo solito il barocco in chiave minimalista.
La tragedia del conte sta nel fatto di essere dotato ma di non vedere l'utilità di usare i suoi talenti per fare alcunché di sensato tanto, ragiona, è il caos che governa le nostre vite e i nostri sforzi non servono a nulla. Preferisce quindi rovinarsi la vita tra eccessi alcolici e sessuali - con brevi pause per il gioco d'azzardo. Riesce a trovare anche a trovare il tempo per scrivere qualche verso, il che lo mette un buon metro sopra i suoi colleghi.
Ha una certa passione per il teatro, di cui ammira il fatto che, essendo finzione, è attendibile. Sul palco azioni e reazioni solo legati razionalmente. Nota una attricetta (la Morton) e intuisce le sue capacità. Però lei lo tradisce, diventando confidente del re, che ha commissionato un'opera teatrale al conte ma, conoscendolo, non si sente tranquillo. Il Rochester si vendica mettendo in scena una satira in chiave pornografica della corte reale inglese. Segue la caduta miserevole aiutata dalla sifilide che ha ragione di un fisico debilitato dal massiccio consumo di alcolici.
E' solo quando ormai che in dirittura finale che riesce ad usare i suoi talenti per fare quello che ritiene giusto.
L'ho visto tanto tempo fa, ma sembrava la solita parte creata appositamente per Johnny Depp. Disturbante, come il monologo iniziale.
RispondiElimina