Un film molto british, a partire dal soggetto estratto dal celeberrimo (per gli inglesi) libro di Jane Austen di cui mantiene il titolo (in originale Pride and Prejudice). Fa eccezione, solo come passaporto, il canadese Donald Sutherland, nella parte del padre delle scatenate 5 sorelle Bennet.
Della Austen ho letto solo un racconto breve, che mi era dispiaciuto alquanto e una sorta di orgoglioso pregiudizio mi ha portato a non leggere niente più a sua firma. Clamoroso errore. Anche se il lavoro di sceneggiatura avesse stravolto l'impianto originario, cosa che dubito dato che probabilmente ciò avrebbe causato una specie di rivoluzione in Gran Bretagna, dal film si capisce che il romanzo deve essere una lettura molto piacevole.
Tornando al film, per chi, come il sottoscritto, non abbia letto il libro, certi dettagli hanno un che di misterioso, ma scorre comunque tutto via benissimo, e traspare una gran gioia, vitalità, allegria, che fa voglia di passare qualche ora a casa Bennet. Non più di qualche ora, perché alla lunga la cosa deve essere molto faticosa, come lascia capire l'ottima interpretazione di Sutherland, unico uomo della famiglia Bennet.
E' la prima regia cinematografica di Joe Wright, che si era però fatto le ossa con le serie televisive, e questo aiuta a spiegare in buon risultato. Debutto sullo schermo per Carey Mulligan (è Kitty), Rosamund Pike è Jane, protagonista (Elizabeth) la già lanciatissima Keira Knightley.
Bellissimi i panorami, e molto bella la colonna sonora, i cui brani originali sono composti dall'ottimo Marianelli, che ormai non è neanche più una sorpresa.
Molte candidature a molti premi, ma pochi trofei di pregio portati a casa. La produzione si è consolata con un buon risultato in termini di incassi a livello planetario (41° posto nel 2005, secondo mojo).
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