Terzo episodio della saga di Shrek, "Shrek The Third" in originale, non il migliore ma comunque divertente. Anche se potrebbe reggere alla visione preso da solo, conviene certamente vedersi prima gli altri due episodi, che risalgono rispettivamente al 2001 e al 2004.
Del resto anche il trailer italiano qui a seguire, prima di presentare questo episodio, fa un rapido riepilogo di quello che è successo in precedenza:
Se possibile, sarebbe meglio vederlo in originale, dove le voci sono di Mike Myers (Shrek), Cameron Diaz (Fiona), Eddie Murphie (Ciuchino), Antonio Banderas (Gatto con gli stivali), Julie Andrews (Regina), John Cleese (Re Ranocchio), Rupert Everett (Principe Azzurro), Eric Idle (Merlino), Justin Timberlake (! - Artù), e perfino Larry King che dà voce a Doris, "sorella" di Cenerentola.
In breve la storia: Re Ranocchio tira gli ultimi, e passerebbe con gioia lo scettro a Shrek, ma questi non si sente per niente portato alla vita di corte e non vede l'ora di tornare alla sua baracca. Ci sarebbe un cugino, Artù, che potrebbe prendere il posto, e dunque l'orco, dopo il funerale del ranocchio (che viene accompagnato da un coro di rane che cantano "Live and let die" di Paul McCartney - già colonna sonora dell'episodio di James Bond dallo stesso titolo) parte per andarlo a recuperare.
A complicare le cose, arriva la notizia che Fiona è incinta e Shrek teme di non essere un buon padre - ricordando che il di lui padre, da buon orco, aveva cercato di mangiarselo; inoltre il Principe Azzurro fa un golpe, si nomina re e vuole vendicarsi di tutti, e soprattutto di Shrek. C'è poi il particolare che Artù non sembra per niente all'altezza del compito di futuro re.
La matassa è piuttosto ingarbugliata, ma si svolge in modo molto lineare, per arrivare alla conclusione attesa: Artù supera i suoi problemi e diventa re; Shrek accetta la paternità e diventa un buon padre (di ben tre orchetti); il Principe Azzurro si prende una torre in testa (sembra una citazione di Hook 1991, dove capitano Uncino finisce allo stesso modo).
Curioso notare come al botteghino il risultato di questo episodio sia stato nettamente peggiore di quello precedente negli USA, mentre nel resto del mondo sono stati apprezzati circa nello stesso modo. Trend che sembra confermato anche nell'episodio successivo. Pare che gli americani non si siano affezionati all'orco verde come hanno fatto gli spettatori del resto del mondo. Ancor più curioso notare come, nonostante ciò, in termini di piazzamento il film abbia fatto meglio nei soli USA, dove quell'anno ha segnato un secondo posto, che in tutto il mondo (quarto).
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