Difficile a credersi, ma Avatar ha fatto più successo nel resto del mondo che negli USA, e non perché gli Stati Uniti siano stati freddini. Mojo lo riporta al numero uno in tutte le classifiche di genere in cui lo cataloga, oltre che a indicarlo come incasso maggiore per il 2009 negli USA, e nel resto del mondo. Ma se negli USA ha incassato la cifra stratosferica di quasi 760 milioni, nel resto del mondo ha superato l'incredibile risultato di due miliardi di dollari.
Nella sola Italia, stagione 2009/2010, il lavoro di James Cameron ha incassato quasi 66 milioni di euro, come riporta il box office di mymovies.it
Che cos'ha di così strepitoso questo film? Non certo la storia, banalotta, e neppure il 3D, che pure ha il suo fascino. Probabilmente Pandora, il mondo inventato da Cameron che è una vera festa per gli occhi.
Ma forse quello che resterà di questo film tra un decennio o più sarà l'ennesimo passo fatto dall'animazione all'interno del cinema con personaggi in carne e ossa. Il confine diventa sempre più sfumato e sembra che manchi poco al tempo in cui gli attori umani avranno un ruolo importante solo nel fornire la voce. E chi vuole vedere vera recitazione tornerà al teatro. Uno scenario che non mi dispiace.
Nota che i personaggi principali, Sam Worthington e Zoë Saldana, non sono attori di primo piano - la Saldana ha avuto parti secondarie in film importanti come The Terminal, e l'ultimo Star Trek (oltre che altri non disprezzabili come Vantage Point). Mentre i comprimari, per cui è più importante la presenza scenica, sono a parte Michelle Rodriguez (ottima comprimaria), il ben noto Giovanni Ribisi, che ormai si becca sempre le parti del piccoletto cattivello, e la superstar Sigourney Weaver (curiosamente, anche lei presente in Vantage Point, con un piccolo ma significativo ruolo di raccordo).
Si sta dunque tendendo al paradosso che vede i nomi più conosciuti a fare i comprimari, dato che i protagonisti hanno altri mezzi espressivi da usare.
Dicevo che la storia, in sé, non è un granché. Alcuni hanno fatto il parallelo con Pocahontas, secondo me il paragone è ingeneroso verso il cartone della Disney, ma evidenzia correttamente l'aspetto dello scontro di civiltà, una più tecnologizzata, l'altra più in sintonia con la natura.
Altri hanno visto nel film un richiamo a temi di attualità, indicando una condanna delle azioni statunitensi di guerra preventiva e di espropriazione delle risorse altrui. Lette pure interpretazioni in stile new-age, dove il punto della situazione sarebbe il ritorno alla natura.
Il problema è che è tutto vero. Nel film ci sono tutti questi temi, e chissà quanti altri ancora, ma nessuno di questi mi sembra fondamentale. Sono piuttosto richiami messi lì per compiacere lo spettatore.
Direi quindi di non perdere troppo tempo a cercare un senso in Avatar, ma di aprire bene gli occhi e godersi lo spettacolo.
Nessun commento:
Posta un commento