Babel

Non sono rimasto particolarmente soddisfatto dalla visione di Babel, film del 2006 di Alejandro González Iñárritu, che pure s'è preso la palma d'oro a Cannes, anche se devo ammettere che è, tutto sommato un buon film.

Sarà perché mi pare ricalchi le solite tematiche del regista, e che quindi mi è sembrato un po' già visto, anche se era la mia prima visione.

Storia ad incastri che si svolge tra il confine Messico-Stati Uniti, il Marocco e il Giappone. In realtà mi sembra che l'episodio giapponese sia legato troppo flebilmente con il resto della storia, il che ha contribuito al mio disappunto.

I personaggi principali del film, Pitt e la Blanchett, sono una coppia del primo mondo con cui è davvero difficile entrare in sintonia. Immaturi, a dir poco. Passano attraverso una serie di esperienze sconvolgenti ma pare che le cose scivolino su di loro senza lasciar traccia. Se un cambiamento c'è in loro, il film non ce lo mostra.

Direi che è da consigliare solo a chi ha già visto Amores Perros e 21 Grammi, gli siano piaciuti, e voglia vedere ancora qualcosa di simile. Personalmente consiglierei di iniziare da Amores Perros che, a mio gusto, è quello riuscito meglio dei tre.

Da notare che Amores Perros e Babel sono accomunati dalla presenza di Gael García Bernal, che ha qui un ruolo meno importante. Ho notato con sorpresa anche la partecipazione in un ruolo minore di Michael Peña, nello stesso anno in cui s'è beccato il ruolo di coprotagonista in World Trade Center di Oliver Stone.

Mi è sembrata interessante la struttura babelica del film, con tutto quell'alternarsi di lingue, culture e incomprensioni. Come accennavo sopra, l'episodio giapponese resta però un po' troppo a sé stante, portando un po' di confusione aggiuntiva nello spettatore, ma senza che questo vada a incidere particolarmente sulla storia che, raccontata in poche parole è quella di una coppia di americani in crisi che vanno a farsi una vacanza in Marocco, lasciando i bambini a casa in compagnia della governante messicana irregolare. La Blanchett si piglia un proiettile vagante sparato per gioco da un ragazzino, usando il fucile che un turista giapponese ha regalato ad un amico del padre, e che questi gli ha venduto per un po' di soldi e una capra. A seguito di ciò accadono sciagure un po' a tutti quanti. I giapponesi hanno problemi loro, che niente hanno a che fare con questa vicenda, e forse sono quelli che se la cavano meglio.

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