L'unica cosa buona del titolo italiano è che fa venire in mente per assonanza "Io ti salverò" di Hitchcock, non un capolavoro ma contenente una indimenticabile sequenza che usa fondali disegnati da Salvador Dalì (niente meno) per rendere le atmosfere di un sogno.
Molto meglio il titolo originale Taken, presa, nel senso di rapita, che rende bene il tentativo di eliminare il coinvolgimento personale che fa capolino anche nel linguaggio che viene usato in certi ambienti. Al contrario il titolo italiano mira tutto sul coinvolgimento emotivo.
Tipico film d'azione di casa Luc Besson, che lo ha prodotto e scritto assieme a Robert Mark Kamen. Diretto da Pierre Morel (sua seconda regia dopo Banlieu 13), migliorato rispetto all'esordio ma che mi pare ancora in affanno nelle scene di azione che tendono a diventare troppo confuse. Inattendibili le scene dove si spara. Non è immaginabile che i "cattivi" abbiano una mira così pessima. Perlomeno bisognava ridurre la loro potenza di fuoco.
Protagonista unico è Liam Neeson, che se la cava più che egregiamente, nel ruolo di un ex agente dei servizi segreti prepensionatosi (probabilmente) in seguito allo sfacelo della sua vita privata. La moglie lo ha mollato per rifarsi la vita con la figlia e un miliardario californiano.
Disoccupato, divorziato, al limite del paranoico, non fa una bella vita. Fatto sta che la figlia va a fare un grand tour in Europa ma, subito alla prima tappa (Parigi), viene rapita da una banda di albanesi dediti alla trasformazione di giovani turiste in prostitute da strada e tratta delle bianche, quando capita. Dunque l'addestramento di una vita torna utile, Neeson piomba a Parigi e fa tutti gli sfracelli che ci si può attendere.
Dicevo che il titolo originale è una buona chiave di lettura del film. Il fatto che Neeson dica alla moglie che la figlia sia stata "presa" e non "rapita" non è casuale (non sarebbe diventato il titolo) indica che anche lui, come ha capito cosa stava accadendo, si è messo a trattare persino la propria figlia oggettivamente, non come un essere umano. Lo stesso modo disumanizzato di parlare (e agire) viene usato da altri personaggi, ad esempio il tale che organizza un'asta di donne che vengono vendute al miglior offerente cita Il padrino sostenendo che si trattava solo di affari, niente di personale.
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