Commedia d'ambiente giudiziario che rivedo sempre volentieri, grazie soprattutto all'impagabile alchimia che sprigiona la spumeggiante coppia protagonista (Joe Pesci - Marisa Tomei).
Il titolo, My cousin Vinny, lascia intendere che il punto di vista sia quello del personaggio di Ralph Macchio, ma non è vero, se non nella parte iniziale. In realtà la storia è quella di una coppia di italo-americani da Broccolino che vengono scaraventati nel profondo sud perché lui possa difendere il cugino da una accusa di omicidio causata da una serie di bizzarre coincidenze.
C'è l'ostilità tra campagnoli e cittadini, lo spiazzamento di chi si trova ad operare in un contesto completamente diverso dal suo, la paura di non essere all'altezza di una situazione davvero delicata, e molto altro ancora.
Regista e sceneggiatore hanno momenti non particolarmente brillanti, ma hanno ben chiaro che il cuore del film sta nell'incontro-scontro tra i due personaggi principali, al punto che la scena madre (la Tomei viene chiamata come teste della difesa e Pesci chiede al giudice il permesso di poterla trattare come ostile - e lei chiosa, "se pensi che io sia ostile adesso, vedrai stanotte a letto") viene anticipata da una specie di spassosa prova generale giustificata da un rubinetto che perde.
Ogni tanto, quando penso al cinema in generale, quando ho due minuti liberi, penso anche a Joe Pesci, al cugino Vincenzo e a come ha potuto avere un Oscar per questo film. A me non è piaciuto.
RispondiEliminaPare che il doppiaggio italiano non sia un granché. Se non l'hai visto in originale lasciagli una possibilità.
RispondiEliminaSono un ignorantone in inglese, quindi passo.
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