Il tema principale di questo film non è tanto la vita e le opere di Charles Darwin quanto l'elaborazione del lutto di una figlia. Più che una biografia siamo dalle parti de La stanza del figlio, Rabbit hole o Amabili resti. Chi si aspettasse un film anticreazionista resterebbe perciò abbastanza deluso o comunque sorpreso di trovarsi di fronte a un prodotto ben diverso. Beninteso, sempre che lo riesca a reperire visto che, per quel che ne so, si tratta di un film che non è disponibile nel mercato italiano, e anche nel resto del mondo è distribuito con una sorprendente parsimonia. Come se il semplice accenno da Darwin mettesse in imbarazzo i distributori.
Un po' di nomi: scritto (sceneggiatura non originale) e diretto da Jon Amiel, solido regista di scuola BBC che ogni tanto gira un qualche titolo holliwoodiano (tipo Sommersby, quella sorta di riadattamento della vicenda dello smemorato di Collegno), interpretato nei ruoli dei coniugi Darwin dai coniugi Paul Bettany e Jennifer Connelly, la figlia morta è la debuttante Martha West. Toby Jones appare come Thomas Huxley (nonno di Aldous, e personaggione che meriterebbe un film solo per lui - qui ha solo pochi secondi ma anche una battuta fondamentale per la trama anticreazionista). Appropriata la colonna sonora di Christopher Young.
Gli amici premono perché Darwin metta su carta le sue osservazioni, ma lui nicchia, prende tempo, afferma che pochi anni di ricerca aggiuntivi sono nulla rispetto ai milioni di anni su cui opera l'evoluzione. Il fatto è che la amata primogenita è morta, e lui se ne sente responsabile. Non avrebbe dovuto lasciarla giocare nelle gelide acque del mare, non avrebbe dovuto parlarle dell'evoluzione, forse non avrebbe nemmeno dovuto sposare la sua amata Emma, cugina di primo grado.
Huxley gli dice che il suo libro ucciderà dio, affermazione che colpisce al cuore Darwin, che si trova ad avere allucinazioni sempre più frequenti, in cui spesso appare la figlia Annie con cui ha discussioni che si fondono con memorie del passato. La soluzione dell'intricata vicenda sarà quella di confidare nella moglie, parlarle apertamente di tutti i suoi dubbi sul suo ruolo paterno (e scoprire che buona parte dei loro problemi erano dovuti a reciproche false assunzioni), e scrivere L'origine delle specie ma lasciare che sia lei la prima a leggerlo e a decidere se pubblicarlo o no.
Il poco spazio lasciato alla diatriba scienza-religione mi pare sia gestito bene. Viene mostrato adeguatamente come le ragioni non stiano tutte da una parte, e che l'imbecillità alligni in entrambi gli schieramenti. L'esigenza di contrapporre i due coniugi Darwin sul tema fede/ragione, al fine di drammatizzare meglio lo scioglimento finale, mi pare abbia portato a calcare troppo la mano su un anticlericalismo di Darwin che, nei fatti, non è reale. E infatti nei titoli di coda si ricorda che è stato seppellito con tutti gli onori nell'abbazia di Westminster.
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