Coraline e la porta magica

In questo caso tecnica realizzativa e immaginario sottostante seguono via parallele.

Il passo uno è affiancato da grafica computerizzata, creando uno strano ibrido che, grazie allo stato dell'arte della CGI, finisce per dare all'autore un grado di libertà fino a pochi anni fa inimmaginabile. Non che sia necessaria questa aggiunta, dato che il passo uno (tecnica in cui in Italia eravamo maestri) basta ancora per realizzare prodotti eccellenti, si veda ad esempio Mary e Max.

Sull'altro lato, la sceneggiatura e regia di Henry Selick si fonde e scontra con la fantasia di Neil Gaiman che ha scritto il libro originale.

Gaiman è un personaggio eclettico, che opera con successo in diversi campi tra cui fumetti, letteratura per l'infanzia e il fantasy. Facile che uno conosca soprattutto una delle svariate vene produttive di questo autore e frequenti poco le altre. Ad esempio a me appassiona il Gaiman scrittore per adulti (nel senso buono del termine) e poco lo conosco negli altri ambiti. Tutto questo per dire che Coraline non l'ho letto, ma ho comunque riconosciuto la sua mano nella storia narrata dal film.

Di Selick, invece, conosco poco (il burtoniano Nightmare before christmas) e, per dirla tutta non è che mi affascini. Curioso comunque vedere come le sue fantasie si mescolino - a volte con qualche inciampo - con quelle di Gaiman.

Presa alla lettera, è la storia di una ragazzina che inciampa in un mondo parallelo dove tutto è come in quello reale, ma in una versione migliorata. Se non fosse per un piccolo dettaglio (niente occhi, ma bottoni per tutti) e per il fatto l'apparente bellezza di questo altro mondo nasconda un abisso di orrore.

Assumendo che il racconto sia fatto seguendo la prospettiva della protagonista, si legge una vicenda ancor più torbida, alla Amabili resti.

Ineludibile anche il riferimento ad Alice, di cui è recente la versione di Tim Burton, visto che Coraline passa da un mondo all'altro per mezzo di un misterioso tunnel e, in un certo senso, anche per il ruolo del gatto.

Nel finale mi è venuto un mente un altro film, un vecchio horror, La mano, in cui un tale perde la sua mano destra in un incidente, ma questa assume una sua vita e diventa una sorta di alter ego senza freni inibitori del suo ex proprietario. Da notare che questo, pur essendo un B-movie, può vantare sceneggiatura e regia di Oliver Stone (non è un omonimo, è che era agli inizi - questo titolo precede di cinque anni l'accoppiata vincente Salvador-Platoon) e ruolo principale affidato a Michael Caine (non uno dei lavori di cui vada più fiero, sospetto).

3 commenti:

  1. un film molto interessante; ci si può vedere anche una polemica anticonsumista (non fidarti di chi vuol riempirti la pancia di cibo e gli occhi di immagini spettacolari: non ti vuol bene, vuol solo fregarti...)
    Coraline è proprio il contrario di Alice: è bruna, bruttarella e TOSTA, mentre l'altra è bionda, belloccia e NON SA COSA VUOLE

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  2. Per quel che ho letto di Gaiman, ci vedrei più un invito a valutare l'essenza delle cose e di non limitarsi all'apparenza. Vero è che il consumismo va proprio nella direzione opposta, ma credo che il discorso qui sia più generale.

    Applicherei lo stesso metro anche al confronto tra Alice e Coraline. Esternamente sono diverse, ma se guardiamo la sostanza sono molto simili. Confuse, pasticcione, a tratti antipatiche e petulanti però, quando vogliono, riescono a dimostrarsi sincere e coraggiose.

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  3. Io adoro Coraline, con tutti i suoi difetti: ho visto il cartone, ho letto il libro e in futuro spero di leggere anche il fumetto recentemente pubblicato! E' uno dei miei film d'animazione preferiti dello scorso decennio :)

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