Eva contro Eva

Consigliata la visione a ridosso di La diva Julia. Curiosamente simile al Viale del tramonto, che è dello stesso anno; mi ha fatto pensare, per il meccanismo narrativo e alcuni particolari, anche a Il falò delle vanità.

Tutto sommato un filmone, anche se mi pare che la regia (Joseph L. Mankiewicz) lasci correre in alcune scene una recitazione non proprio all'altezza, e che la sceneggiatura (lo stesso Mankiewicz) giunga alla conclusione con una certa difficoltà.

Eccellente protagonista Bette Davis nei panni di una acclamata attrice quarantenne agli inizi di una crisi di mezza età. Una adorante fan (la Eva del titolo, Anne Baxter) la riesce ad avvicinare e, nonostante la sua factotum (parte piccola ma ben disegnata e ben interpretata da Thelma Ritter, ottima caratterista che quattro anni dopo sarà in La finestra sul cortile) le manifesti subito le sue perplessità, diventa una sorta di sua ombra. Si rivelerà essere una tremenda manipolatrice, disposta a tutto pur di raggiungere i suoi scopi.

Forse è proprio la Baxter il punto debole dell'azione, dovendo interpretare una giovane attrice capace di cancellare sulla scena la Davis, cosa impensabile. E giustamente il regista non la mostra in azione, praticamente chiedendoci di crederci a scatola chiusa.

La vicenda è narrata in un curioso flashback che lascia fuori solo una breve introduzione e l'epilogo, staccando e tornando sul fermo immagine preso al momento della consegna a Eva di un prestigioso (e inesistente) premio teatrale.

Il narratore è un viscido e cinico critico teatrale (George Sanders, una lunga e gloriosa carriera di cui questo film è uno tra i tasselli meglio riuscitogli, ma non da dimenticare anche la sua partecipazione ad Uno sparo nel buio) che inizia a raccontare la vicenda in prima persona, cedendo poi il testimone ad altri, e fornendo un punto di vista a suo modo distaccato dalla vicenda. In teoria potrebbe quasi anche essere considerato lui il vincitore della storia, anche se in realtà ammetterà lui stesso di non meritarsi che il peggio di quello che la vita può offrire.

A vincere direi che è quindi proprio il personaggio della Davis, che finisce per usare quella che sembrerebbe una sconfitta per dare alla sua vita una dimensione più completa.

La regia usa con evidente piacere la parte non originale della colonna sonora, ad esempio facendo suonare al pianista presente nell'azione brani come Stormy weather (dopo la visione sono andato a risentirmelo nella versione di Ella Fitzgerald) e Blue moon. In un altra scena, Bette Davis accende l'autoradio per far sì che un brano (originale, credo) faccia da sottofondo alla scena.

Da notare poi che si tratta di una delle prime apparizione di Marilyn Monroe e direi che qui Mankiewicz ha genialmente costruito il personaggio che le è restato appiccicato per tutta la carriera: bella, svampita, capace di battute fulminanti o assolutamente sciocche.

6 commenti:

  1. Un po' fuori tema dal post... un bel po' fuori tema... ma buon Natale :)

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  2. Hai ragione, non è un film molto natalizio ... auguri anche a te :D

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  3. Non l'ho visto ma l'ho sempre voluto vedere!

    Grazie mille per il commento e auguri.

    CIAO!!!

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  4. Splendido.
    Uno dei film più belli, eleganti e ben recitati che io abbia mai visto.
    E auguri in ritardo!!!

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  5. Sinceramente, in certi punti avrei preferito una regia con più polso. Ma in ogni caso il risultato è certamente ottimo. Auguri anche a te :)

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