Priscilla - La regina del deserto

I costumi hanno fatto strage di premi (Oscar e BAFTA, tra gli altri), il resto del film meno. In effetti sceneggiatura e regia (entrambi di Stephan Elliott) hanno una serie di alti e bassi da fare invidia alle montagne russe. Ho riso parecchio, e certe scene (come quella dove Guy Pearce drag queen esegue in playback un'aria dalla Traviata di Giuseppe Verdi in piedi sul tetto dell'autobus nel deserto australiano) sono a dir poco memorabili. Peccato che la discontinuità dell'azione, e anche un certo non saper dove andar a parare, rovinino il risultato finale.

La storia è quella di un travestito (Hugo Weaving, ben prima di diventare l'agente Smith in Matrix o Elrond ne Il signore degli anelli) che viene contattato dalla moglie, che aveva mollato anni prima per abbracciare appieno la sua carriera (e le sue confuse attrazioni sessuali) ma da cui non ha divorziato, affinché faccia uno spettacolo nel suo locale ad Alice Springs, nel mezzo dell'Australia. Visto che le cose a Sydney non gli vanno bene, non sottilizza sull'improbabilità che un suo spettacolo abbia una qualche possibilità di successo in tale ambiente, e si dà invece da fare per mettere su una compagnia, che include un anziano transessuale (Terence Stamp, meritatamente BAFTA come miglior attore) e una checca autodistruttiva (Pearce ad inizio carriera, L.A. confidential è di tre anni dopo).

Il terzetto si mette in viaggio su di un fatiscente scuolabus, battezzato Priscilla, verso l'interno, affrontando situazioni che fanno pensare ad un assurdo remake di Easy rider, anche se il lato tragico viene molto ridotto (e sarebbe stato meglio eliminarlo del tutto, che non sembra nelle corde di Elliott) e quello paradossale amplificato.

La colonna sonora è centrata su un repertorio trash pop che include roba come Go west dei Village people e I will survive di Gloria Gaynor. Gli Abba, esclusi tassativamente per tutto il viaggo, in quanto amati alla follia da Felicia (Pearce) ma odiati da Bernadette (Stamp), finiscono per riemergere trionfalmente nel finale con una (esplosiva) versione di Mamma mia.

2 commenti:

  1. mai sentito prima, confesso, ma muoio dalla voglia di dargli un'occhiata dopo la tua recensione :)

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    1. Pensavo di essere rimasto il solo a non averlo visto. Un mito, a suo modo ;)

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