Visto su suggerimento di collega che, essendo molto più giovane del sottoscritto, conosceva la protagonista, Hilary Duff, a me ignota per questioni anagrafiche. Infatti credo che la Duff debba la sua fama alla serie televisiva Lizzie McGuire, produzione Walt Disney trasmessa dal 2001, quando Hilary era una ragazzina non ancora quattordicenne. Il passaggio dalla serie al grande schermo è stato breve, via Lizzie McGuire - Da liceale a popstar, del 2003, che non ha entusiasmato la critica ma ha fatto felici gli azionisti della Disney.
Greta sembra un tentativo di mostrare come la Duff possa affrontare personaggi di maggior spessore. Da notare che si tratta di una produzione indipendente, a bassissimo costo (per gli standard americani, da noi sarebbe un medio budget), che deve essere riuscita ad arrivare in porto perché la Duff stessa ci ha creduto al punto da farsi coinvolgere nella produzione.
Nonostante i limiti di portafoglio, il cast comprende anche un non-sconosciuto, Michael Murphy (nonno), una passata premio Oscar (su sei nomination), Ellen Burstyn (nonna - la migliore interpretazione del lotto, come era lecito aspettarsi), e pure Melissa Leo (madre - poco più che un cameo) che si guadagnerà il suo Oscar nel 2011. Più debole la parte creativa, con la sceneggiatura affidata a Michael Gilvary e la regia a Nancy Bardawil. Per entrambi si tratta di un debutto.
Non sono sicuro se Greta sia il titolo italiano, visto che il film è sbarcato da noi direttamente in televisione, saltando il grande schermo e pure la distribuzione su DVD. Chi fosse interessato, lo trova però facilmente (magia del mercato unico europeo) e a prezzi risibilmente bassi nei soliti canali distributivi - anche se in lingua originale.
Per la serie mal comune mezzo gaudio, anche gli anglofoni hanno vita complicata nell'identificare il film, visto che la prima uscita l'ha fatta come Greta, ma poi il titolo è stato cambiato in According to Greta (come dire, La versione di Greta, o Secondo Greta) per poi essere distribuito in alcuni Paesi con ancora un altro titolo, Surviving summer (Sopravvivere all'estate).
La storia è per l'appunto quella di Greta (la Duff), una immatura sedicenne newyorkese che pensa di essere la persona più disgraziata al mondo, pur avendo nel contempo un'altissima stima di sé stessa. Qualche motivo di lagnarsi della sua esistenza ce l'ha, a dire il vero, mancandogli il padre ed essendo emotivamente molto distante dalla madre. Però, che diamine, il suo essere adolescente di famiglia benestante a New York dovrebbe farle mettere le cose in prospettiva.
L'azione inizia con lei in viaggio verso il New Jersey, da lei descritto come un incrocio tra la Siberia e l'inferno, in direzione dei nonni materni, mandata (non certo come premio) dalla madre che sta cercando di salvare il suo terzo matrimonio (scopriremo più avanti che la sua pestifera figlia, che vede il patrigno come rivale, tra l'altro ha dato fuoco alla sua ventiquattrore). Da notare che la destinazione è Ocean Grove, paesino molto tranquillo e ignoto ai più che però confina con la turbolenta Ashbury Park, che è invece nota in tutto il mondo grazie a Bruce Springsteen.
L'incontro/scontro tra Greta e la vita reale porterà, dopo alcune vicissitudini, ad una crescita del suo carattere. Interessante che il cambiamento non sarà solo suo, ma la sua inquietudine avrà l'effetto positivo di risolvere antiche ruggini all'interno dell'intera famiglia della protagonista.
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