Bando agli indugi, rappresentati dall'episodio natalizio in cui già non c'è più Rose ma manca ancora la nuova compagna del Dottore (sempre il decimo, David Tennant), il primo episodio di questo terzetto introduce rapidamente Martha Jones (Freema Agyeman), così che i due possano avere un'avventura nel presente di lei, poi facciamo un salto nel passato (millecinque, quasi millesei) e infine saltiamo in avanti di qualche miliardo d'anni.
Smith and Jones - Alieni sulla Luna
Martha sta facendo pratica al Royal Hope Hospital, un inesistente ospedale londinese sulla riva del Tamigi, a due passi del London Eye. Tra gli strani pazienti in cui incappa c'è pure un tizio svitato con due cuori, il Dottore, ovviamente, che se è lì vuol dire che sta succedendo qualcosa di interessante. Infatti capita che dei bizzarri rinoceronti antropomorfi strappino l'intero edificio dalle fondamenta e lo trasportino in un attimo sulla Luna. Si tratta di Judoon, esseri molto burocratizzati che agiscono come polizia spaziale mercenaria. Stanno cercando un alieno dalle costumanze poco civili, succhia tutto il sangue da chi gli capita a tiro, da cui il nome di plasmivoro, che ha prosciugato chi non doveva.
La parentela tra Judoon e Vogon della Guida galattica mi pare evidente, anche se i Judoon sono meno idioti e crudeli.
Il Dottore, come sempre molto abbottonato sulla sua vita precedente, si lascia scappare di aver avuto (almeno) un fratello. Lo vediamo anche combattuto tra l'evidente amore per Rose, e la incapacità di stare da solo. Non che ami le compagnie numerose, ma se non ha una donna vicino diventa inquieto. Lo vediamo dunque esibire un comportamento a fasi alterne con Martha, la bacia (con la scusa di creare un diversivo genetico per gli ottusi Judoon) ma le dice esplicitamente che non ha alcuna mira su di lei. Le offre un viaggio premio in TARDIS (spiegandole che l'acronimo sta per Time and Relative Dimension in Space), ma sarà una sola corsa.
The Shakespeare Code - Il codice shakespeariano
Dunque il Dottore porta Martha nella Londra del 1599. Siamo al tempo di Elisabetta I e William Shakespeare. Ai due interessa di più il secondo, e dunque vanno al Globe, dove assistono alla rappresentazione di Pene d'amore perdute. Sugli applausi a fine rappresentazione, Shakespeare annuncia che il giorno sarà il turno del sequel, Pene d'amore vinte, opera che non è giunta fino a noi. A spingere il Bardo alla dichiarazione è Lilith (Christina Cole) una bella strega (ma che sappiamo in realtà essere orrida) che di concerto con le sue madri (che non si peritano di nascondere la loro orridezza) hanno oscure mire sull'opera, che dovrà nascondere una chiave che permetterà loro di compiere nefandezze immani.
Il titolo originale è un evidente calco su The Da Vinci Code di Dan Brown, che però è sfuggito a chi ha fatto il titolo italiano - Il codice Shakespeare avrebbe funzionato meglio.
La lotta contro le tre streghe (che ispireranno a Shakespeare il Macbeth) finirà per prendere un andazzo molto potteriano, al punto che il buon dottore (che ammetterà di essere un lettore accanito dell'opera, al punto di aver fatto un salto nel futuro per leggere l'ultimo libro, non ancora uscito nel presente di Martha) ringrazierà J. K. (ovvero la Rowling) per aver fornito la parola adatta per vincere la tenzone.
A proposito, le streghe non sono veramente tali, ma alieni di razza Carrionite.
Continua il comportamento ondivago del Dottore nei confronti di Martha. Ne è attratto ma, quando lei sembrerebbe disposta a passare alle vie di fatto, lui si mette a dire quanto intelligente era Rose, che sicuramente avrebbe trovato una soluzione al loro problema corrente, bla bla bla.
Nel finale appare la Regina, il Dottore vorrebbe scambiare qualche parola con lei, ma come Elisabetta lo vede, gli manda incontro le guardie, in modalità ben poco amichevole. Nel futuro del Dottore, e nel passato della Regina, deve essere successo qualcosa di spiacevole.
Gridlock - L'ingorgo
Il Dottore smentisce se stesso. Aveva attirato Martha sul TARDIS promettendole un unico viaggio, ma non riesce a resistere alla tentazione di tenerla con sé, almeno ancora per un po'. Secondo viaggio temporale della coppia, dunque. Destinazione New New (new new new ...) York, nell'anno cinque miliardi e poco più, sulla Nuova Terra che il Dottore aveva visitato con Rose qualche (loro) decennio prima, in seguito ad una precedente avventura vissuta in contemporanea con la morte del Sole. Questa trilogia non ha una forza coesiva molto forte, ci sono legami tra il primo (La fine del mondo) e il secondo (La vendetta di Cassandra) capitolo, come ce ne sono tra il secondo e il terzo. Tra il primo e il terzo l'unica connessione è la presenza della misteriosa e inquietante Faccia di Boe (che non è un insulto, ma un inesplicabile alieno tutta faccia e niente arrosto, che ha vissuto miliardi di anni e che è ormai vicino alla sua fine).
I cattivi dell'episodio sono una popolazione di giganteschi granchi (i Macra) un tempo molto intelligenti, ora ridotti a bruti che si pasciono dei gas di scarico delle vetture volanti della popolazione (che mi hanno ricordato quelle de Il quinto elemento di Besson, ambientato quello a New York, in un futuro meno remoto), oltre a non disdegnare di papparsi qualche vettura, quando capita.
Ma il vero motore dei fatti è un virus, che ha sterminato gran parte dell'umanità, e l'eccessiva automatizzazione della società, che ha portato ad uno stallo risolvibile solo dall'intervento di qualcuno dotato di inventiva e capacità di agire fuori dagli schemi. Il Dottore, per l'appunto.
Il quale in questo episodio afferma che il giaccone che usa gli è stato donato da niente meno che Janis Joplin, e scopre di non essere l'ultimo Time Lord, come aveva sempre creduto. "You are not alone", gli dice infatti il sibillino Faccia di Boe, non sei solo. A dire il vero, Martha cerca di convincerlo che il senso sia che ora c'è lei assieme a lui, ma il dottore non aggancia.
Nessun commento:
Posta un commento