Il processo

Le variazioni rispetto al romanzo originale di Franz Kafka sono tutto sommato minori. La regia di Orson Welles rende bene le atmosfere da incubo grazie anche ad una bella gestione di luci, ombre e inquadrature che fanno pensare all'espressionismo tedesco.

Il ruolo di Josef K. è interpretato egregiamente da Anthony Perkins (su cui già pendeva l'alone che gli ha lasciato per tutta la carriera il personaggio di Norman Bates), attorno a lui si agitano una pletora di personaggi secondari che, a parte l'avvocato (lo stesso Orson Welles) che dovrebbe difenderlo dall'incomprensibile processo che perseguita il protagonista, sono soprattutto femminili, con in bella evidenza Romy Schneider (post-Sissi) nel ruolo della segretaria/infermiera/cuoca/amante dell'avvocato, e poi Elsa Martinelli (la moglie dell'usciere del tribunale) e Jeanne Moreau (coinquilina di K.). Piccolo ruolo anche per il recentemente scomparso Arnoldo Foà, è l'ispettore che arresta K.

La storia trasuda di un pessimismo che non si può fare a meno di definire kafkiano. K. si sveglia e scopre di essere in stato di arresto per un reato che non si sa quale sia. Tutti i suoi tentativi per difendersi, o almeno capire di cosa sia accusato, sono vani. La conclusione è tragica.

6 commenti:

  1. Ecco, questo e La via Lattea sono i miei limiti, non sono riuscito a guardarli per intero, tipo kryptonite...

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    1. Come dire, a ciascuno il suo.

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    2. E La via Lattea la rifaranno a giorni in tv, e stoico la registrerò.

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    3. Munisciti di adeguata protezione prima della visione :D

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    4. Sfuggito per l'aggiornamento dei ripetitori della zona.

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