La moglie del vescovo

Commedia natalizia con evidenti debiti nei confronti de La vita è meravigliosa di Frank Capra. Dettaglio curioso, Cary Grant, che qui interpreta l'angelo Dudley, aveva letto il racconto di Philip Van Doren Stern, ne aveva intuito le potenzialità, e aveva chiesto allo studio RKO di produrre il film, rendendosi disponibile per il ruolo di protagonista. Dopo aver provato per tre volte a tirar fuori una sceneggiatura, si arresero e la cedettero alla casa di produzione Capra, la Liberty Films, per farne quel che ne volevano. E così George Bailey venne interpretato da Jimmy Steward.

Anche questo film ha avuto una storia tormentata, con riscritture (*), cambi di regia, e di attori. In particolare, inizialmente si era scritturato David Niven nel ruolo dell'angelo, e Dana Andrews in quello del vescovo. Il secondo però passò ad un altro progetto, e si pensò di scritturare Cary Grant, che accettò di buon grado, ma richiese di interpretare Dudley, facendo cambiar ruolo a Niven.

La storia è ambientata in una New York estremamente WASP, come si capisce già dal titolo che può sembrare sorprendente per chi abbia un background cattolico. Credo che i personaggi siano tutti bianchi, protestanti e di origine inglese tranne due caratteristi, il fiorista italo-americano (**) e il ristoratore francese. Parziale eccezione per il professore (Monty Woolley), che si professa ateo (***) e per questo è stato epurato dall'università presso la quale insegnava.

Il vescovo del titolo (Niven) ha un grosso problema, s'è smarrito nel mezzo di cammin di nostra vita. Si sta incaponendo nel voler costruire una nuova cattedrale e non si accorge che questo lo sta allontanando dai fedeli e dalla sua famiglia. In particolare la moglie, Julia (Loretta Young), sembra essere destinata a beccarsi una bella depressione da mancanza di affetto. Lui non si accorge di niente, e se gli scappa di pregare per avere un aiuto, lo fa pensando alla cattedrale. Per sua fortuna, chi gestisce gli angeli decide di capire quel che vuol capire, e gli manda Dudley (Grant) che tutto sommato se ne stropiccia della nuova chiesa e bada invece a cose più sostanziali.

Succede però che anche gli angeli hanno un anima (°) e quella di Dudley ha i suoi tormenti. Stufo di girare solitario sulla Terra, avrebbe voglia di metter su casa, e si invaghisce di Julia, mettendo a repentaglio non solo la sua missione, ma anche l'essenza del cristianesimo (°°). La competizione tra un misero umano e un angelo sembrerebbe senza speranza, anche perché Dudley non si fa scrupolo di usare mezzucci scorretti per creare più complicazioni al vescovo di quante già ne abbia per conto suo.

A salvare l'unione tra Julia e legittimo consorte concorreranno una serie di circostanze. Il vescovo viene rafforzato nella sua fede in sé dal professore; Julia apprezza Dudley ma ama il marito; e Dudley stesso è dopotutto una brava persona, riesce a superare la tentazione di abusare dei suoi poteri e, sia pure con gran fatica, riesce ad accettare il suo destino di ramingo solitario.

(*) Parte della sceneggiatura risultante è attribuita a Billy Wilder, che pure non è citato nei titoli di coda.
(**) Tito Vuolo, uno specialista. Vedasi anche Rapina a mano armata di Stanley Kubrick e A qualcuno piace caldo di Billy Wilder.
(***) Ma partecipa alla messa di Natale.
(°) Chissà se hanno anche dei super-angeli che badano a loro.
(°°) Non che questo aspetto sia sviluppato, ma lo spettatore accorto si potrebbe fare domande imbarazzanti.

Nessun commento:

Posta un commento