La zona morta

Secondo film di fila che vedo in cui il protagonista si schianta in auto, e in seguito a ciò gliene capitano di tutti i colori. La prendo come un invito alla prudenza nel guidare.

La pellicola appartiene al genere horror/thriller soprannaturale senza alcun minimo accenno alla commedia. La presenza di Herbert Lom nei panni del medico che segue il caso mi ha però causato risatine del tutto ingiustificate, se non dal fatto che quando vedo Lom non riesco a non pensare al suo ispettore capo Charles Dreyfus, e mi immaginavo che prima o poi il medico facesse qualcosa di folle come l'ispettore, magari strizzando l'occhio nervosamente (*).

Trattasi di un film del secondo periodo di David Cronenberg, superata la fase negli anni settanta, dove operava con budget risicatissimi. Negli anni ottanta i produttori gli concedono abbastanza soldi da permettere di inserire nei cast nomi noti, resta la propensione al film di genere, ma cresce sempre più la sua autorialità. Qui la sceneggiatura (Jeffrey Boam) è basata su un romanzo di Stephen King. Il risultato, pur non essendo paragonabile all'inarrivabile Shining di Kubrick (1980), non è male. Ha le sue debolezze, ma è superiore a molte altre versioni cinematografiche di lavori "di paura" di King.

Johnny Smith (Christopher Walken) è un insulso professore di inglese che, pur essendo fidanzato con Sarah (Brooke Adams), non va con lei oltre a casti bacetti. Una sera la porta a casa, lei insiste perché lui passi la notte con lei, prendendo la scusa di un fastidioso temporale, ma lui preferisce non mettere alla prova la loro castità. Parte nonostante il tempaccio e si schianta contro uno di quegli immensi camion che popolano le strade americane.

Si risveglia dopo cinque anni di coma e scopre che lei, dopo aver atteso per qualche anno, ha dato retta al suo orologio biologico e s'è sposata e ha procreato con altro. In più, Johnny scopre che ora riesce a vedere alcune sciagure passate, presenti e future di chi gli dà la mano. Il che non è quel gran dono del cielo che altri pensano, anche perché gli costa un enorme dispendio di energie fisiche e mentali.

Johnny cerca di usare i suoi poteri il meno possibile, ma il caso finisce per metterlo sulla strada di un bieco politicante (Martin Sheen) che mira ad un posto da senatore, come trampolino per la corsa alla presidenza, e sente che costui ha nel suo futuro la possibilità di causare una guerra mondiale.

La storia ha i suoi passaggi difficili da digerire, e la sua impostazione molto americana sul come risolvere i problemi (**), ma la scrittura è tale da far passare in secondo piano questi dettagli. La regia ha già momenti molto buoni (***) ha però ancora bisogno di affinarsi, in alcune scene mi è sembrato che gli attori recitassero senza avere particolari indicazioni da seguire. E va bene che si tratta di gente come Lom, Walken e Sheen (°) che riescono a cavarsela in ogni caso.

(*) Vedasi La pantera rosa sfida l'ispettore Clouseau
(**) A schioppettate.
(***) La scena della visione di Johnny nel gazebo, ad esempio.
(°) A mio gusto lui è quello che esce meglio dal film, forse anche grazie al ruolo che gli permette di divertirsi caricando certi passaggi.

2 commenti:

  1. l'ho visto tanto tempo fa... adoro il tuo punto (**)!

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    1. La buona notizia è che negli USA il tasso di omicidi per mezzo di armi da fuoco è in (lento) calo. La cattiva è che la gran parte della popolazione continua a ritenere il loro possesso e uso come un diritto inalienabile.

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