Hostage

Dimenticabile. Infatti l'ho preso essendomi dimenticato di averlo già visto. Però la sua parte più memorabile sono proprio i titoli di testa e quindi mi sono accorto subito del mio errore.

Tutto sommato si tratta di un buon prodotto medio, alla regia c'è Florent Emilio Siri (ha fatto e penso farà di meglio) che, come spesso accade agli europei al loro primo film americano, credo sia stato fagocitato dalla macchina produttiva e per questo sia il motivo per cui ha messo poco di suo nel lavoro. Protagonista Bruce Willis che lascia ben poco spazio al resto del cast - tra cui Kevin Pollak, sottoutilizzato, e Ben Foster, in un ruolo che avrebbe dovuto essere sviluppato meglio.

Credo che il grosso problema del film stia nel fatto che lo sceneggiatore (Doug Richardson - Die hard 2, Bad boys) si è trovato davanti il lavoro improbo di ridurre un romanzo dalla struttura molto complessa e non sia riuscito a fare i tagli dolorosi ma necessari per tirarne fuori una storia che potesse essere narrata in un paio d'ore. Risultato: personaggi solo abbozzati, e situazioni semplificate al punto da diventare improbabili.

La storia principale è quella di Willis, un negoziatore della polizia di Los Angeles che, lo vediamo nei primi secondi del film, se la tira in maniera pazzesca e che deve essere molto in gamba. Solo che fa un errore di valutazione, probabilmente proprio perché se la tira troppo, e due ostaggi ci lasciano la pelle. Scoppia come la rana della favola, abbandona LA per un paesino inesistente (Bristo Camino) nell'interno - per la gioia della famiglia e soprattutto della figlia adolescente - dove si trova un posto come capo della monotona polizia locale.

Poi c'è la storia di una famigliola di Bristo, il padre (Pollak) ha una lussuosa casa da paranoico in un contesto selvaggio da favola e un mucchio di soldi di provenienza poco chiara.

La terza storia è quella di due fratelli, uno buonino, l'altro delinquentello, che viaggiano su uno scassato pickup. Il delinquentello fa amicizia con un natural born killer (Foster) che viaggia con loro.

Una quarta storia è quella di una potente organizzazione delinquenziale che usa Pollak come riferimento per riciclare i propri guadagni illeciti.

Le storie si intersecano lasciando una lunga scia di sangue sul terreno.

Con un tal materiale si sarebbe potuto pensare ad una serie televisiva, e forse il risultato sarebbe stato migliore.

Nessun commento:

Posta un commento