Come dice Jake Gyllenhaal (anche qui nel ruolo di un tizio un po' lontano dalla realtà, come era stato pure in Zodiac e in Donnie Darko) tutte le guerre sono diverse, ma sono anche tutte anche uguali. In Jarhead c'è molto di già visto, sia per l'addestramento dei militari americani (come non pensare a Full metal jacket?) sia per il teatro di guerra irakeno (Three kings - ad esempio).
Il protagonista (Gyllenhaal), in questo caso, finisce a fare il marine per tradizione familiare, se ne pente, ma non può far altro che seguire il flusso. Viene spedito in Arabia, passa mesi nel deserto in attesa di una guerra che non arriva, con i soliti avvenimenti da caserma. Le ostilità si risolvono in una spiacevole passeggiata con i problemi più grossi dato dal fuoco amico e intemperanze tra commilitoni. Torna a casa e scopre che la sua vita non c'è più. E' diventato un veterano, che agirà in funzione di quel nulla che ha fatto per quel breve periodo della sua vita.
Buona la regia (Sam Mendes), piacevole la colonna sonora (a un certo punto si sentono i Doors e Gyllenhaal protesta che quella non è la musica della "loro" guerra), affiatato il cast e a proprio agio nei loro ruoli (Jamie Foxx, Chris Cooper e Peter Sarsgaard tra gli altri).
Nessun commento:
Posta un commento