Giulio Cesare

Dopo Cesare non deve morire dei Taviani, ho pensato di fare un salto di una sessantina d'anni e rivedermi quella che forse è la più famosa versione su pellicola della tragedia di William Shakespeare, anche se non direi che è la migliore.

Si tratta infatti di una trasposizione che non aggiunge nulla all'originale, se non una colonna sonora dimenticabile, quando non è fasidiosa, e un paio di scene di massa, tra cui la battaglia di Filippi che mi è parsa un inutile spreco di pellicola. Colpa del regista/sceneggiatore Joseph Mankiewicz che, a mio parere, avrebbe dovuto evitare il genere (sua la responsabilità principale anche della Cleopatra di Taylor/Burton) e concentrarsi su temi più contemporanei, che gli riuscivano pure bene, vedi Eva contro Eva, ad esempio.

In realtà, tenendo presente il periodo, il lavoro non è male. Ben recitato, anche se in uno stile puramente teatrale, che al mio occhio di spettatore del secolo successivo appare fuori luogo. Stride per contrasto la recitazione di Marlon Brando, nei panni di Marc'Antonio, che adatta il suo stile recitativo al film, ma comunque restando a miglia di distanza dalla scuola attoriale scespiriana. Curioso che mi sia rimasto in mente solo lui del cast, e in pratica la sola scena madre, quando in realtà la sua parte è secondaria e, tutto sommato, piuttosto antipatica. Il fatto è che il carisma dell'attore ha finito per oscurare tutto il resto.

Il vero protagonista sarebbe dovuto essere James Mason, che interpreta Bruto, reggendo senza problemi la parte. Ma chi se lo ricorda più. Particina per Deborah Kerr, nei panni di Porzia, moglie di Bruto.

2 commenti:

  1. concordo: TUTTI si ricordano di Brando e della sua oratio funebris ("I come to bury Cesar, not to praise him...") e nessuno di Mason, che era altrettanto bravo

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    1. ... e aveva un personaggione da interpretare. Povero Mason.

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