Simile ad Armageddon, uscito un paio di anni prima ma di cui sembra un antecedente per una impostazione da guerra fredda che gli sceneggiatori, ma soprattutto il regista-produttore-protagonista Clint Eastwood, si vede che proprio non riescono a dimenticare.
Capita infatti che un satellite sovietico stia per cadere sulla Terra, ma un generale russo distaccato alla NASA (il solito Rade Serbedzija, che è croato ma è abbonato a questa parte) preme perché si faccia qualcosa per ripararlo. La tecnologia è obsoleta, e nessuno degli ingegneri NASA attivi ci capisce un tubo, si va perciò a recuperare chi ha disegnato il sistema che, sorpresa, è Eastwood. Si tratta infatti di un furto di decenni prima da parte del KGB e ai danni degli americani. Il progettista era anche pilota, ha una lunga ruggine con l'alto papavero NASA responsabile del progetto, ma è disposto a partecipare, a patto che lo facciano volare con lo shuttle con il suo vecchio team.
Segue scena alla Blues Brothers dove vengono raccattati Donald Sutherland, diventato progettista di montagne russe, James Garner, prete battista, e Tommy Lee Jones, spericolato pilota di biposto per chi è in cerca di forti emozioni.
Vari intrighi, buoni e cattivi, e c'è pure tempo per qualche abboccamento amoroso. Poi si decolla, si scopre quanto cattivi erano i sovietici, ma nonno Clint salva la baracca e tutto finisce per il meglio.
Colonna sonora tremenda, da cui si salva Fly me to the moon, nella versione cantata da Sinatra, citata all'inizio ed eseguita infine sui titoli di coda.
nonno Clint salva il film, che senza di lui varrebbe poco
RispondiEliminabravino anche Tommy Lee Jones, che interpreta Hawk (voleva andare sulla luna e, goddamn, finalmente c'è arrivato)
M'aspettavo di meglio. Sceneggiatura vagamente paranoica, con molti personaggi solo abbozzati (in particolare quelli femminili), e regia poco ispirata. Resta solo l'amicizia/competizione tra Clint e Tommy, che però mi pare davvero pochino.
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