L'idea (tratta da una nota serie di fumetti) è sufficientemente assurda da sembrarmi interessante. Purtroppo regia (Steve Barron), sceneggiatura, cast, effetti speciali, colonna sonora, ambientazione e quant'altro, non sono all'altezza.
Il target è minorile, come illustra meglio il titolo originale, Teenage mutant ninja turtles, e questo spiega l'altrimenti inspiegabile assenza di sangue nella lunga serie di scontri che costellano lo sviluppo dell'azione, che ha una sola vittima conclamata, il supercattivo, anche se poi chi abbia il coraggio di proseguire con il secondo episodio scoprirebbe che pure lui si è salvato.
Numerose le storie che si intrecciano, la principale è forse quella delle tartarughe stesse, antropomorfe a causa di una mutazione causata da scorie atomiche abbandonate a New York (tema classico della fantascienza del dopoguerra, il mistero del nucleare, distruttivo e creativo assieme), che vengono guidate da un topone, anch'esso antropomorfo per lo stesso motivo, che da giovane era stato il topino-mascotte di un ninja così capace da finire per impregnare con la sua arte persino l'animaletto di compagnia.
Il topone addestra all'arte ninja le tartarughe, creando una relazione maestro-allievo come quella illustrata da The karate kid o Star wars. La squadra si scontrerà con una temibile organizzazione ninja trapiantata a New York, scoprendo che in realtà non stanno vivendo una avventura originale, ma completando una storia di molti anni prima (vedi nuovamente Star wars).
In parallelo, seguiamo anche la storia di due umani, lei giornalista investigativa (che non so perché ma avrei visto meglio se interpretata da Jessica Lange, invece che da Judith Hoag), lui disadattato muscoloso (Elias Koteas) che si inventa clone de Il giustiziere della notte, e mi sembra ispirato da Kurt Russell in Grosso guaio a Chinatown. La New York anni ottanta, mi ricorda quella fotografata da Sydney Pollack in Toosie, che fra l'altro viene citato quasi letteralmente (tra l'incredibile numero di citazioni che ho colto, e chissà quante altre me ne sono sfuggite) in uno scambio tra i due.
Terzo filone, il figlio minorenne del capo della giornalista, che entra nella organizzazione criminale, attratto come Pinocchio in un sotterraneo paese dei balocchi.
Tutte storie che si concluderanno ovviamente nel modo migliore.
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