Il riferimento a Melancholia regge solo fino ad un certo punto. Forse avrebbe più senso paragonarlo a Rabbit hole.
Già, perché un pianetone incombente non può non far pensare a Von Trier, e la fuga dei protagonisti verso una realtà parallela, sperabilmente migliore della loro misera esistenza, non può che rimandare alla piece teatrale, e poi sceneggiatura, di David Lindsay-Abaire.
Purtroppo questi altisonanti paragoni non fanno un bel servizio al film in questione, che sconta la debolezza di una sceneggiatura che non riesce a dare un finale degno di questo nome alla storia. Meglio allora vederselo come un buon film indipendente a (relativo) basso costo, senza stare ad approfondire troppo.
Scritto a quattro mani da Mike Cahill e Brit Marling, con il primo a dirigere e la seconda a far da protagonista, entrambi se la cavano abbastanza bene nella regia e recitazione, per la scrittura avrebbero dovuto chiedere consiglio a una terza parte.
La Marling è una ragazzetta con la passione per l'astronomia che, distratta dall'avvistamento di un misterioso doppione della Terra, si schianta in auto su di una famigliola, distruggendola all'istante. Si salva solo il padre-marito (William Mapother), pur uscendone piuttosto malridotto. Dopo qualche anno, lei esce di galera, e vorrebbe scusarsi con il sopravvissuto, ma per un curioso equivoco le cose vanno in modo diverso, e i due si trovano, tra l'altro, a pugilare con la Wii.
La seconda Terra risulta essere sorprendentemente simmetrica alla nostra, e dunque la Marling spera che il suo doppio di lassù non abbia fatto il suo stesso terribile errore. E il finale sembra confermare la sua speranza.
Piacevole la colonna sonora dei Fall on your sword. Simpatica l'ambientazione nel New England (New Haven e dintorni) mostrata sempre al suo peggio, nel freddo e nevoso inverno.
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