Frankenweenie

Bella animazione a passo uno di Tim Burton, che riprende ed espande il suo omonimo corto di trenta anni prima. In pratica è una riscrittura del Frankenstein di Mary Shelley spostato ai nostri giorni e trasformato in giovanilistico racconto di formazione alla Disney (ma in linea con la cupezza burtoniana).

La vicenda principale ha l'attrattiva principale di avere un evidente aggancio autobiografico, e non è difficile vedere in trasparenza quella che deve essere stata l'infanzia del regista nella storia del protagonista, Victor Frankenstein, che ha una gran passione per il cinema è una gran difficoltà ad interagire con i suoi coetanei. L'incontro con la scienza, rappresentata da un insegnante bravo ma dai modi bizzarri (in originale ha la voce di Martin Landau), e la morte del suo amatissimo cane scatenano una serie di avvenimenti, che porteranno il giovane Victor a capire qualcosa di più di se stesso, del mondo dei grandi, e forse pure ad avere una miglior relazione con i suoi coetaeni, ed in particolare la ragazzina della porta accanto (che si chiama Elsa Van Helsing e ha la voce di Winona Ryder).

I due mattatori del film sono Martin Short e Catherine O'Hara. Il primo dà la voce al padre di Victor (un agente di viaggi con una opinione del suo lavoro buffamente molto elevata), al tronfio vicino (uno sciocco con ambizioni nella politica locale), e ad un compagno di scuola (Nassor, quello di famiglia ricca, che aveva il feroce Colossus come animale domestico). La seconda interpreta la madre (casalinga anni cinquanta, con la testa tendenzialmente tra le nuvole), la compagna di classe amante del paranormale dall'inquietante gatto (che un po' rassomiglia a Luna Lovegood di Harry Potter), e l'insegnante di ginnastica (dal quoziente intellettivo tendente a zero).

Il punto che mi è sembrato più interessante, è la meditazione sul rapporto tra scienza e sentire comune negli Stati Uniti, rappresentato dal buffo professore di scienze. Senza la scienza gli USA sarebbero nel terzo mondo, eppure lo scienziato americano tipico è straniero, e la popolazione ha un atteggiamento ambivalente nei confronti della scienza. Va benissimo finché produce ricchezza, ma la si guarda con sospetto quando produce dubbi. D'altro canto c'è da dire che la gente che si occupa di scienza ha spesso una incapacità di interagire con il resto del mondo che fa rizzare i capelli.

Nella cinquina degli oscar 2013 per la miglior animazione, assieme a ParaNorman, Pirati! Briganti da strapazzo, Ralph Spaccatutto, e Ribelle - The Brave. A vincere è stata la ragazzina scozzese. Piuttosto immeritatamente, a mio avviso.

2 commenti:

  1. Sono convinta anche io che Ribelle non meritasse l'Oscar, non davanti a questo Frankenweenie e al bellissimo e coraggioso Paranorman.
    Frankenweenie è riuscitissimo e riporta in auge il Burton tanto amato; personalmente, poi, ho trovato strepitoso Baffino!!

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    1. Ribelle è tecnicamente ineccepibile, ma la storia non ha soddisfatto nemmeno me. Io avrei votato per Frankenweenie.

      PS: Il signor Baffino (Mr.Whiskers in originale) è l'inquietante gatto della compagna di scuola di Victor.

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