W.

George W. Bush sarà forse ricordato come il peggior presidente degli Stati Uniti di questo periodo. Autocontraddittorio, irragionevole, confuso. E convinto di essere in missione per conto di dio, manco fosse il terzo fratello Blues:

Purtroppo, non c'è stata nessuna pinguina capace di metterlo in riga.

Sarebbe stato troppo facile fare un film sulla sua incapacità, e dunque Oliver Stone, affidandosi alla sceneggiatura di Stanley Weiser (stessa squadra di Wall street), evita di infierire, trascurando persino di alludere ad alcuni degli episodi più incresciosi della presidenza, per concentrarsi più sull'analisi di come sia stato possibile che un tale inetto sia arrivato così in alto, e in particolare cosa lo abbia portato alla catastrofica decisione di invadere l'Iraq.

Ricapitolando, il giovane W., detto anche Junior o Geo, è un disastro. Si è laureato in Storia a Yale, e ha pure preso un master ad Harvard, ma le gaffe per cui è noto fanno pensare che la tesi sostenuta dal film, ovvero che abbia raggiunto quegli obiettivi grazie a generose spinte paterne, sia realistica. Per il resto è tutta una serie di tentativi di trovare una propria via naufragati nell'alcol.

Improvvisa svolta nel 1986 (ormai quasi quarantenne) quando, grazie all'influenza della moglie, decide di combattere la sua dipendenza. L'aspetto negativo di questa risoluzione è che finisce per legarsi ad ambienti fondamentalisti cristiani che influenzeranno pesantemente la sua visione del mondo.

Secondo Stone, a portarlo alla carriera politica è stato il desiderio di risolvere il conflitto con suo padre, che vediamo distante e che evidentemente gli preferisce il fratello Jeb, presentato come più equilibrato e maturo. In questa prospettiva non è difficile leggere la decisione di invadere l'Iraq (presentata come sponsorizzata dai falchi della sua amministrazione per un evidentemente errato calcolo imperialistico-economico) come un modo per mostrare al padre che lui sarebbe stato capace di fare meglio di lui. La Storia ha dimostrato il contrario.

Ottimo il lavoro degli attori. Alla fine confondevo personaggi e interpreti. Messo di fronte a George W. e a Josh Brolin, forse avrei finito per indicare il secondo come l'autentico Bush. Tra gli altri ricordo Richard Dreyfuss (Dick Cheney), Toby Jones (Karl Rove), Ellen Burstyn (Barbara Bush), Thandie Newton (Condoleezza Rice), Elizabeth Banks (Laura Bush).

4 commenti:

  1. Ho visto il film , ne sono sicura, ma non ne è rimasta traccia nella mia memoria...
    Penso abbiamo visto di meglio ..
    Serena serata!

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    1. Ho avuto qualche problema nel seguire le dinamiche della politica americana. Ho invece apprezzato l'idea di dare più spazio al W. privato, con i suoi problemi di relazione col padre, e la sua subalternità nei confronti di quelli che avrebbero dovuto essere semplici consiglieri.

      Certo c'è di meglio. Ma pure di peggio ;-)

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  2. anche a me che non amo la docufiction era piaciuto abbastanza, ed è vero che il protagonista sembra davvero separato alla nascita di GWB!

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    1. Magari non lo rivedrò mai più (!), ma una visione mi sentirei di consigliarla. Però senza aspettarsi il capolavoro o rivelazioni fulminanti.

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