Il racconto originale è di Damon Runyon, giornalista che ben conosceva il sottobosco criminale newyorkese, e si sposa a meraviglia con la poetica di Frank Capra, un curioso cocktail tra realtà e favola che miracolosamente riescono a convivere senza pestarsi i piedi.
Robert Riskin, che ha scritto la sceneggiatura, ha collaborato a lungo con Capra, il loro sodalizio ha portato ad una dozzina di titoli, è questo è uno tra i titoli più amati dal regista, al punto che ha deciso di farne un remake trenta anni dopo, Angeli con la pistola, con cui si è congedato dal cinema.
Tra gli attori, l'unico volto che mi dice qualcosa è quello di Apple Annie, ruolo che nel remake sarà preso da nientemeno che Bette Davis. Qui è interpretato da May Robson, che sarà la zia della protagonista (Katharine Hepburn) in Susanna.
Si narra dunque di Annie, una vecchia pezzente ubriacona che sopravvive a Manhattan vendendo mele ai passanti. Tra i suoi clienti c'è un capobanda della piccola criminalità locale, Dave "lo sciccoso", in originale "the dude", (Warren William) che per qualche motivo si è convinto che comprare una mela ad Annie prima di un qualche affare complicato gli porti fortuna.
Annie ha un segreto. Una figlia, Louise (Jean Parker), avuta una ventina di anni prima in circostanze misteriose, che ha spedito in Spagna perché crescesse lontano dalla sua miseria, contando presumibilmente sul fatto che i pochi denari che lei riusciva a raccogliere con la sua grama vita bastassero a mantenerla nel Vecchio Continente (il punto sarà meglio chiarito nel remake). Alla piccola Annie ha raccontato fole per tutta la vita, scrivendole lettere su carta intestata rubata ad un albergo di gran classe, facendole credere di essere una dama di gran classe che l'ama sì, ma a distanza.
Prima o poi i nodi vengono al pettine. Louise si sta per sposare con il figlio di un conte spagnolo, e tutti e tre vengono a New York per chiarire i dettagli del matrimonio. La povera Annie non sa più che pesci pigliare, potrebbe mai capire la figlia che quella stracciona rovinata dall'alcolismo è la sua favoleggiata madre? E come spiegarlo al futuro marito e al di lui padre?
Gli amici di Annie hanno un idea. Dave, che è sempre così ben vestito, che ha sempre soldi, che sembra così importante, avrà certamente una soluzione. Ma Dave in realtà è solo un piccolo delinquente superstizioso, e tutto quello che gli interessa di Annie è solo che gli venda una mela.
O almeno, questo è quello che pensa lui.
Messo nella situazione di scegliere se lasciar affondare Annie o doversi imbarcare in una impresa assurda, ci pensa un attimo ma poi decide per la seconda alternativa.
Rapidamente viene creata una costruzione fantastica in cui Annie viene convertita nella dama dell'alta società che la figlia si aspetta, con annessi e connessi. Una impalcatura complicata che rischia di cadere al primo soffio di vento, anche perché viene sostenuta con i metodi non proprio ortodossi di Dave e della sua gang.
La catastrofe sembra inevitabile, ed arriviamo ad un punto che solo un miracolo, anzi due, potrebbero evitarla. Fortuna che nei film di Frank Capra anche l'improbabile riesce a trovare il suo spazio.
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