Contact

Ho trovato una serie di difetti in questo film, che in altri mi avrebbero indisposto, spinto a guardare l'orologio, borbottare tra me e me per le incongruenze. Invece me ne sono stato buono fin (quasi) alla fine, senza riuscire ad interrompere la visione (pensavo di spezzarla in due, visto la lunghezza non indifferente).

Merito della storia, che nonostante debolezze e un pesante debito nei confronti di 2001: Odissea nello spazio, m'ha affascinato (Carl Sagan), della regia (Robert Zemeckis) che riesce a creare pathos anche in una scena dove una scienziata corre in macchina ad un centro di controllo di un osservatorio radio-astronomico dove non succede niente di più drammatico che l'allineamento rispetto una certa coordinata delle antenne (che in mano ad altri sarebbe stata solo noiosa), e soprattutto della protagonista (Jodie Foster) che riesce ad umanizzare il personaggio della suddetta scienziata, che pure segue un percorso piuttosto peculiare.

Si tratta di fantascienza "dura", come si suol dire, ovvero con una aderenza alla scienza piuttosto alta (nonostante qualche svarione e licenza cinematografica), in cui si narra la vicenda di una ricercatrice del SETI che riesce ad intercettare un segnale extraterrestre. Combatte contro la burocrazia e frange estremiste religiose che non riescono ad immaginare come possa esistere vita su altri pianeti, e fa di tutto per riuscire ad incontrare questa intelligenza aliena. Se ci riuscirà o meno, è il punto fondamentale del film (e a dire il vero è pure questionabile), e dunque rimando alla visione della pellicola per maggiori dettagli.

Gran parte della scena è presa dalla Foster, spazi secondari restano per Bill Clinton (nei panni di sé stesso presidente), John Hurt (miliardario eccentrico che ha qualche peccato da farsi perdonare), James Woods (burocrate impegnato a salire la scala del potere), Larry King e Jay Leno (in televisione, come compete loro).

Coprotagonista dovrebbe essere Matthew McConaughey, nei panni di un predicatore che non ho capito esattamente bene cosa voglia e dove stia, ma che comunque risulta totalmente dimenticabile (gli andrà meglio con la parte del quasi-protagonista in Killer Joe di Friedkin).

Il punto principale del racconto è una sorta di apologia del progetto SETI (ricerca di intelligenza extraterrestre) che era l'interesse principale di Sagan, a cui si mescola una meditazione, non troppo profonda, mi spiace dirlo, sui rapporti tra scienza e religione, razionalità e sentimento.

Memorabile la carrellata all'indietro iniziale (quasi degna di Hitchcock, vedi Frenzy), in cui si lascia la Terra e si sale su su, lasciando il sistema solare, poi la Via Lattea, per perforare una Nube di Magellano, e fuggire via tra milioni e milioni di galassie.

4 commenti:

  1. A ME ERA PIACIUTO NONOSTANTE I DIFETTUCCI CHE TU, GIUSTAMENTE, SOTTOLINEI. PROBABILMENTE IL MERITO E' DI JODIE FOSTER, CHE FA BENE DA CATALIZZATORE DEL'ATTENZIONE.

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    1. Certamente Jodie Foster è tra i punti forti del film ma, nonostante i difetti, anche sceneggiatura e regia hanno il loro perché.

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  2. Non so perché, ma a me Contact ha sempre affascinato. Non parlo di una delle prime scene, quella dello specchio, ma nemmeno del dibattito su chi deve andare sulla navicella. Forse per l'approccio di noi terrestri al primo contatto? Diciamo che ci sono abbastanza probabilità che succeda tutto quello che il film descrive, dalle onde radio fino al momento della scoperta della laicità della protagonista. Poi diventa qualcos'altro, una speculazione forse salvata solo dal viaggio, nemmeno la meta, il viaggio alla 2001.

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    1. Non saprei dire esattamente cosa mi ha tenuto incollato allo schermo dall'inizio alla fine. Forse una rappresentazione non troppo peregrina della ricerca scientifica, e di come questa debba fare i conti con altre realtà.

      Credo anch'io che la seconda parte della storia sia molto improbabile, come illustra bene il paradosso di Fermi (se c'è qualcuno là fuori, com'è che non lo vediamo?). Direi che sia ragionevole aspettarsi che esistano altre forme di vita già nella nostra galassia, ma temo che i tempi e le distanze siano tali da rendere quasi impossibile un incontro "del terzo tipo". Secondo me, saremmo già molto fortunati se si riuscisse a tradurre in realtà la prima parte del film, con un contatto via onde radio.

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