Film di azione eccessivo, che ricorda un po' cose di Robert Rodriguez (El mariachi, ad esempio) o Luc Besson. L'influenza dai cartoni animati è dichiaratissima (vedi i titoli di coda) e va tenuto ben presente per non soccombere all'elevato grado di improbabilità della vicenda.
Il pregio fondamentale della sceneggiatura e regia (Michael Davis) è l'autoironia che pervade ogni singola scena, i difetti sono nella scrittura spesso poco curata e nella bassa attenzione del regista nei confronti degli attori. I due antagonisti (Clive Owen e Paul Giamatti) mi sono sembrati lasciati troppo a loro stessi, e direi che se la sono cavata più per mestiere che per indicazioni registiche. La cartina di tornasole è Monica Bellucci, primadonna della pellicola, che ha solo qualche secondo di presenza scenica convincente.
Da notare la colonna sonora adrenalinica, con brani degli AC/DC, Motorhead, Motley Crue, e persino un brano della strana accoppiata Iggy Pop - Green Days (Private hell).
Un tale (Owen) che assomiglia inspiegabilmente a Bugs Bunny (per tutto il tempo sgranocchia carote, tanto per dirne una) vorrebbe starsene per i fatti suoi, ma si trova suo malgrado malgrado a dover badare a un neonato che un lucido psicopatico (Giamatti che imita Elmer Fudd) vuole eliminare a tutti i costi. Il nostro eroe solitario (alla spaghetti-western di Sergio Leone) ammazza cattivi a decine con una agilità e assurdità alla John Woo, ma non può farcela da solo. Ricorre quindi a una prostituta di buon cuore (la Bellucci) che bada al pupo, anche ricorrendo a mezzi impropri per ottenere i soldi necessari.
Ci sarebbe anche una specie di messaggio anti NRA (la National Rifle Association che tanto fa per difendere il diritto degli americani a comprare armi) ma è quasi impossibile accorgersene, dato il gran baccano e la saturazione da accadimenti incredibili/impossibili.
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