Tipico film americano anni ottanta, ha riscosso laggiù un notevole successo al botteghino (quinto successo dell'anno), causando una evitabile trilogia, un terribile reboot, e un recente remake. Noi siamo stati molto più freddini nell'accoglienza al cinema, accogliendo comunque la storia nel nostro immaginario per via televisiva.
Pur avendo una lunga serie di difetti strutturali, mi pare una pellicola interessante, e ha generato almeno una frase famosa, "dai la cera, togli la cera". Tra i difetti ci metterei:
Una colonna sonora veramente bruttina, di cui il principale responsabile è Bill Conti (quello di Rocky) e in cui spicca Cruel summer delle Bananarama (come sarebbe a dire "chi sono le Bananarama?").
Una sceneggiatura (Robert Mark Kamen agli inizi) che introduce una gran messe di personaggi e situazioni, lasciandoli quasi tutti poco più che abbozzati. Meglio sarebbe stato focalizzarsi su alcuni elementi, togliendo spazio ad elementi più deboli, come l'amoretto contrastato alla Giulietta e Romeo (tema non disprezzabile, ma che se trattato a dovere porta via tutto il tempo a disposizione).
La regia di John G. Avildsen che ha dato troppo spazio alle analogie della sceneggiatura con il suo precedente Rocky, facendone quasi una versione per minorenni, invece di sfruttare meglio le altre direzioni. In compenso Avildsen è riuscito a tirare fuori il meglio dai due protagonisti maschili su cui la storia è incentrata, anche se poco resta per tutti gli altri (inclusa Elisabeth Shue, che farà cose migliori nel decennio successivo).
Daniel (Ralph Macchio) e la madre, italo-americani, lasciano il New Jersey per la California su una macchina che sembra sul punto di tirare gli ultimi, eppure non solo li porta sull'altra costa, ma arriverà viva (per quanto ne sappiamo) ai titoli di coda. Lui sarebbe voluto restare nel suo ambiente, lei cerca nuove possibilità. Per qualche tempo la storia tratta lo spinoso rapporto tra i due, poi lei scompare quasi completamente, forse assorbita dal suo nuovo lavoro.
Daniel, detto Karate Kid per una passione non ricambiata con la disciplina orientale, fa prima amicizia con un vicino ispanico, che sparisce rapidamente nel nulla, e poi con una biondina (la Shue) dei quartieri alti. L'inghippo sta nel fatto che lei ha mollato di recente Johnny, uno spasimante benestante e piuttosto abile, guarda la coincidenza, nell'uso delle tecniche del karate.
I genitori di lei fanno il tifo per Johnny, ed è forse proprio questo che fa sì che lei preferisca Daniel, il quale però è isolato, non riesce a fare amicizie (non si capisce bene come mai, a dire il vero), e subisce il veto che Johnny pone su chi voglia avvicinare la sua ex.
In questa situazione complicata fa il suo ingresso Pat Morita (che sarebbe poi l'Arnold di Happy days), che agisce come un misto tra Obi-Wan Kenobi e Yoda di Guerre stellari, facendo da mentore, amico paterno, e istruttore di Daniel. Segue la lunga formazione del discepolo, che ha uno svolgimento così atipico da far pensare a questi di essere preso per il naso, da cui la scena chiave in cui il maestro mostra come quello che può sembrare una inutile perdita di tempo possa essere invece fondamentale.
Finale alla Rocky.
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