Peccato per il primo finale (è uno di quei film che non finisce mai di finire), fino a quel momento sceneggiatore (Chris Terrio) e regista (Ben Affleck) erano riusciti a bilanciare commedia e azione, realtà e fantasia, patriottismo e disillusione, in un cocktail ben riuscito. Mi pare che il cliché dei cattivi che all'ultimo momento scoprono il piano diabolico e (quasi) riescono a neutralizzarlo sia troppo logoro per essere utilizzato con soddisfazione. Per il resto direi che tutto fila bene.
Si narra, come credo il lettore già sappia, dell'operazione della CIA che portò fuori dall'Iran la mezza dozzina di dipendenti dell'ambasciata americana che erano riusciti ad evitare di essere catturati dalla folla inferocita ai tempi della fuga dello scià. Come mostrano le foto sui titoli di coda si è cercato, per quanto sia possibile in un film hollywoodiano, di mantenere una certa aderenza ai fatti.
Il punto chiave della vicenda è che un agente (lo stesso Affleck) esperto nel tirar fuori persone da situazioni come quella di partenza, non sapendo che pesci pigliare, crea a copertura della missione un finto film di fantascienza (Argo, per l'appunto) che prevede scene girate in Iran. Ghiotta occasione per offrire uno spaccato sia del mondo dell'intelligence sia del cinema americano.
Riassumendo, Ben Affleck è regista, protagonista e anche produttore (assieme a George Clooney, tra gli altri) del film. Non mi stupisce che agli Oscar sia stato premiato solo nel terzo ruolo perché, a ben vedere, è quello che ha fatto meglio. La regia mi è parsa poco incisiva, l'unica scena che direi interessante è quella della presentazione del falso film, presentata in montaggio alternato con le notizie della storia degli ostaggi che continuava alle spalle. Però è più un lavoro di montaggio (che ha fruttato a William Goldenberg l'Oscar) che di regia. Anche come protagonista non è che Affleck sia particolarmente memorabile. Dunque, complimenti al ragazzotto, che ha dimostrato di essere cresciuto (dopo le note traversie) e di essere capace di sacrificarsi nei ruoli più appariscenti per vincere la sfida più importante.
Mi viene naturale fare un parallelo con Zero Dark Thirty, che tratta una storia simile. USA contro il resto del mondo, bin Laden in Afghanistan da una parte, Khomeini e l'Iran dall'altra. Per uno spettatore americano (e non solo, temo) deve essere difficile notare la differenza.
A livello di regia la Bigelow vince senza problemi. Affleck si salva con una battuta (anche una scimmia scema potrebbe fare il regista) che sottolinea come spesso il lavoro di regia sia sopravvalutato. È importante, ci mancherebbe, ma non può essere fine a sé stesso.
Anche come protagonisti tra la Chastain e Affleck non c'è gara, mentre come resto del cast darei un pareggio. Qui brillano due comprimari di quelli usi ad apparire in qualunque film e in qualunque parte riescano a strappare, il faccione di John Goodman (le cose migliori le ha fatte con i fratelli Coen) e la pelata di Alan Arkin (qui nominato all'Oscar, che non gli è scappato per quel gioiellino di Little Miss Sunshine).
A vincere con distacco dalla parte di Argo è, a mio gusto, la sceneggiatura e l'impostazione data alla storia. Nonostante la drammaticità dei fatti narrati, qui si dà comunque spazio al lato comico della vicenda. Il protagonista, pur essendo agente CIA, non ammazza nessuno, non ci pensa nemmeno, non è la sua missione. E non è monodimensionale come il suo corrispettivo in ZDT. Ha i suoi problemi personali, ma riesce a usarli positivamente, per dargli quell'idea sballata (dicono che ci sono solo pessime idee, ma questa è la migliore del lotto) che permetterà di salvare la giornata.
Da notare che la colonna sonora è in entrambi i casi di Alexandre "prezzemolino" Desplat.
"Questa è la nostra miglior PESSIMA IDEA"
RispondiElimina"Non abbiamo altre pessime idee?"
basterebbe questo scambio di battute per far entrare ARGO nella storia del cinema
Credo anch'io. Ben rappresentativo del tono generale del film.
EliminaHa avuto un grande riscontro questo film..
RispondiEliminaParticolarmente non amo Ben Affleck, ma concordo che forse come produttore ha dato il meglio....
La Bigelow per me è un'altra storia...
Bel post, amico mio caro!
Troppo gentile, Nella :) In Italia il film è andato malino, problemi di distribuzione immagino. A me Ben Affleck sta simpatico, ha avuto una carriera bizzarra, a causa di scelte sballate forse dovute ad una sbronza da successo inaspettato, ma negli ultimi anni è riuscito a rimettersi in carreggiata, e si è reinventato come regista (in Gone baby gone e The town se la cava meglio che qui). Potrebbe essere una traccia per una sceneggiatura interessante :D
EliminaNon è semplice scegliere tra "Zero dark thirty" e "Argo": entrambi bei film, entrambi parlano di guerra ed attentati, entrambi tratti da fatti realmente accaduti. Bigelow però più coraggiosa e meno patriottica di Affleck, motivo per cui potrebbe aver perso punti in patria e potrebbe far preferire "Argo" (mia supposizione, non so se corrisponde alla realtà).
RispondiEliminaComunque io avrei fatto vincere "Django unchained" per il miglior film.
Come patriottismo darei i due film in pareggio. In entrambi i casi gli USA sono vincenti, ma nonostante le pastoie che la burocrazia impone. Più ci penso e più il film della Bigelow mi pare ben diretto, ma vecchio come il cucco, e dunque poco coraggioso. Se regista e protagonista fossero stati uomini, ci sarebbe stato veramente poco da notare. Sarebbe stato un film come mille altri già visti (il pivello a cui viene assegnato un compito che sembra troppo grosso per lui, eppure ce la fa. Usando praticamente solo la forza bruta, tra l'altro). Più originale e divertente la narrazione di Affleck, per come la vedo io. E più coraggiosa, a ben vedere, visto che riesce a prendere in giro contemporaneamente lo show business e gli apparati statali americani.
EliminaIn realtà (almeno secondo boxofficemojo.com) i due film in patria hanno ottenuto risultati paragonabili (21° contro 30° per Argo), è fuori dagli USA che Argo batte ZDT con gran distacco: più di un terzo dell'incasso di Argo viene dal resto del mondo, per ZDT è meno di un ottavo.
Non ho ancora visto tutti i film candidati ma, fidandomi di Haneke, credo che avrei votato per Amour.