Abbandonati i sogni di grandezza del primo episodio, la saga continua con una confezione che ricorda più quella della serie televisiva. Il che risulta estremamente datata, sembra di vedere un film più vecchio di dieci anni, ma almeno è più in linea con le aspettative dei trekker.
Il metraggio è sempre imponente, ma scendiamo sotto le due ore, e meno tempo è concesso agli effetti visivi per il puro gusto di mostrare la NCC 1701 o panorami spaziali, e più allo sviluppo della storia. Che, in effetti, è piuttosto complessa.
Il tema indicato dal titolo è quello più appariscente ma, tutto sommato, il meno importante. Khan (Ricardo Montalban) è una specie di superuomo che l'equipaggio della Enterprise aveva incontrato nella prima stagione televisiva (Spazio profondo - Space seed). Costui, assieme ad altri umani "aumentati", era stato ibernato e sparato nello spazio un paio di secoli prima. Dopo un incontro-scontro col capitano Kirk (William Shatner) e la solita comitiva di viaggiatori galattici, vengono esiliati su di un pianeta disabitato.
Vengono qui ritrovati da Chekov (Walter Koenig) che, non si sa come mai, è passato ad un'altra nave, la Valiant, che sta cercando un pianeta adatto su cui provare il progetto del solito scienziato pazzo (ma buono), che in questo caso è una donna, Carol (Bibi Besch) che in passato ha avuto una relazione con Kirk, da cui ha avuto un figlio (Merritt Butrick), senza che il padre ne sappia nulla.
Khan è molto incavolato, visto che quello che sembrava un buon pianeta su cui venire abbandonati s'è trasformato rapidamente in una specie di inferno. Di tutto ciò lui dà la colpa a Kirk e, a ben vedere, è difficile dargli torto. Anche se la sua reazione è decisamente sopra le righe, prevedendo la morte di Kirk.
Altro punto chiave è come affrontare una situazione che non ha una via di uscita positiva. Noto anche come il test della Kobayashi Maru. Fino a questo punto la soluzione di Kirk era stata quella di non accettare una risposta negativa, arrivando pure ad imbrogliare (all'accademia) pur di ottenere il risultato voluto. Qui scoprirà che alle volte non è possibile seguire quella strategia.
Questa situazione limite è nientemeno che la morte di Spock (Leonard Nimoy), che è un colpo di scena oltraggioso per tutti i fan della serie. E infatti il terzo film della serie si intitola Alla ricerca di Spock (e sarà pure diretto da Nimoy).
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