Ben poche le differenze con la prima stagione di questa serie ideata da Armando Iannucci, sia nella forma sia nella sostanza. Altre tre puntate di mezz'ora l'una girate come se si trattasse di immagini rubate, o comunque prese di nascosto.
Al centro dell'azione c'è sempre Hugh Abbot (Chris Langham), ministro di un ministero così secondario che nell'ultima puntata cambia pure nome, così che possano confluire in esso alcune attività marginali scartate da ministeri più influenti in quanto seccature che non danno vantaggi in termini di immagine.
Suo contraltare il terribile Malcolm Tucker (Peter Capaldi), spin doctor governativo, che maltratta rudemente chiunque gli passi a tiro per fare in modo che la linea del Primo Ministro sia rispettata. Anche quando non si capisce bene quale sia questa linea.
Incapacità personali, piccole tragedie, battute fulminanti, si susseguono senza posa.
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