Edge of tomorrow - Senza domani

A giudicare dal budget non indifferente, si direbbe che in Warner si aspettassero parecchio da questo film. Forse l'idea era quella di seguire il filone dei film d'azione che chiedono però anche di tener acceso il cervello, come l'Inception di Nolan, per intendersi. In questo caso il problema starebbe non tanto nella regia (Doug Liman non è certo un Chris Nolan, ma nel suo campo se la cava egregiamente) quanto nella sceneggiatura che, probabilmente su indicazione della produzione, non è riuscita ad osare abbastanza. Già la scelta del protagonista (Tom Cruise), indica l'intenzione di far finire la storia nel migliore dei modi possibili, senza stare tanto a badare a quanto fili il ragionamento.

Il risultato economico (fonte mojo) non credo abbia fatto fare salti di gioia a nessuno. Mantenendo il confronto con Inception, un budget di un 10% superiore ha portato ad un misero incasso casalingo nell'ordine di un terzo. A salvare la baracca ci ha pensato il resto del mondo.

A chiunque abbia visto Ricomicio da capo, noto informalmente come Il giorno della marmotta, sulla falsa riga del titolo originale Groundhog day, non sfuggiranno le origini comuni delle due storie, che poi fanno tre, se ci ricordiamo anche di Source code diretto da Duncan Jones, e sarebbe facile a questo punto fare anche quattro, viene praticamente da sé, ma direi che basta così. Quello che c'è di originale, e funziona bene, è la commistione con la logica da videogioco. In pratica lo spettatore è invitato a seguire il punto di vista di Bill Cage (Cruise), a cui viene assegnata una Missione Impossibile che riuscirà a completare solo dopo essere morto una infinità di volte e aver ricominciato sempre dall'inizio.

Lo scenario è quello degli Umani che combattono contro Alieni non ben definiti, e dunque non ci distacchiamo molto da Oblivion. Solo che qui all'origine c'è un racconto (Hiroshi Sakurazaka) che ha una solidità ben maggiore. Da quello che ne ho letto, meglio sarebbe stato se la sceneggiatura fosse stata più aderente alla fonte, che è ben più ricca, complessa, e meno consolatoria di quanto risulti il film.

Il punto di partenza è che gli alieni, che ricordano visivamente le sentinelle di Matrix, hanno invaso l'Europa. Siamo in un momento che ricorda il D-Day della seconda guerra mondiale, viene anche mostrata la cartina della situazione corrente che è curiosamente simile a quella dell'Europa nel 1944. C'è persino l'Italia divisa in due. La differenza che è i nazisti (pardon, gli alieni) qui sono in attacco e non in difesa.

Cage è quello che si potrebbe definire un imboscato. Ricorda molto il personaggio interpretato da Tony Curtis in Operazione sottoveste, ma è meno astuto. Si scontra infatti frontalmente col generale Brigham (Brendan Gleeson), che ha il controllo completo sull'operazione (lo spettatore uso ai film di guerra si chiederà come mai non sia americano, la risposta è ovvia, deve essere interpretato da un attore abbastanza noto, ma risultare un po' carogna). Costui non ci sta a pensare due volte, lo arresta e lo manda a combattere in prima linea.

L'attacco a sorpresa del giorno dopo non coglie per niente di sorpresa gli alieni che, in una sequenza alla Salvate il soldato Ryan, massacrano gli umani sulla spiaggia con un gusto che fa ricordare l'Aliens di Cameron. Tra gli altri a rimetterci le penne è pure Cage. Fine del film. Anzi no, perché succede un qualcosa che fa sì che Cage venga tornato indietro di un giorno e abbia una seconda possibilità, poi una terza, quarta, eccetera.

A furia di ripetere, Cage si adatta alla vita militare, finisce pure per prendersi una cottarella per Rita Vrataski (Emily Blunt), al punto da manovrare sul campo di battaglia per cercare di salvarle la vita. Lei è una soldatessa alla Milla Jovovich in Resident evil ed è amichevolmente soprannominata dai commilitoni Full Metal Bitch (che conoscano l'opera di Stanley Kubrick?), ma finisce per accettare le attenzioni di lui, perché anche lei ha avuto per breve tempo la stessa bizzarra anomalia temporale, e pensa di potere riuscire a sfruttarla per vincere la guerra. Grazie anche all'aiuto del dottor Carter (Noah Taylor) che fornisce le basi pseudo scientifiche al team.

Il resto è da normale amministrazione. Gli alieni sono astuti, ma i nostri di più. Tutto sembra perduto, ma il lieto fine non manca.

Da notare come l'assenza di dettaglio su alcune parti fondamentali sia ben chiara agli sceneggiatori, ma non sia percepita come problema. Ad esempio Cage un giorno decide di starsene a Londra invece di farsi ammazzare come al solito in Francia, si unisce perciò ad una chiacchierata con pensionati che discutono su cosa mai vogliano gli alieni da noi. Lui taglia il discorso dicendo che è inutile, qualunque cosa sia, ci ammazzano e basta. Il che magari è anche vero, ma non è un granché di spiegazione.

2 commenti:

  1. basta copiare ricomincio da capo, basta! :)

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    1. Ma no, perché? A me l'idea della sceneggiatura di Edge of tomorrow non dispiace, è il suo sviluppo che mi lascia qualche perplessità.

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