Tutto può cambiare, in particolare cambiano i titoli dei film quando arrivano da noi. In questo caso si parte da Begin again, che vorrebbe dire Ricominciare. Forse il distributore ha pensato che, trattandosi di film che ha a che fare con la musica, lo spettatore avrebbe potuto pensare ad una qualche correlazione con Adriano Pappalardo e Ricominciamo, sua smashing hit del 1979. Oppure ad un remake di Ricomincio da capo.
In ogni caso si è deciso per una versione che, almeno a me, sembra una strizzatina d'occhi verso Tutto può succedere. In effetti tra i due film c'è qualcosa in comune. Qui c'è Adam Levine in un ruolo da comprimario, mentre là lo si sentiva in quanto cantante dei Maroon 5, presenti con Sunday morning nella colonna sonora.
Più forti i legami con altri titoli, ad esempio con il recente Chef, visto che si racconta (anche) la storia di un tale che ha divorziato dalla moglie ma non se ne è staccato, i due hanno in comune un figlio (qui figlia) che finirà per riavvicinarli. O anche A proposito di Davis dei fratelli Coen, dove si parla di musica con una angolazione simile, anche se in periodi storici diversi.
La storia comincia quando Gretta (per gli anglofoni suona "Greta", Keira Knightley) viene trascinata da un amico sul palco di un locale newyorkese per cantare e suonare con la sua chitarra una canzonetta triste molto indy (una specie di A fine frenzy più intimista, o una Ani DiFranco non politicizzata, per intendersi) che ottiene una accoglienza molto fredda dal pubblico. A parte un tale (Mark Ruffalo) che la guarda come se gli fosse apparsa la meraviglia delle meraviglie.
Flash back. Torniamo al mattino per seguire la giornata del tale di cui sopra, Dan. Costui, che è messo molto male, vive in un buco, ha evidenti problemi di alcolismo, anche se deve avere un passato notevole. Gira infatti con una Jaguar d'annata (una Mark X, credo) e riceve per posta una serie di provini di aspiranti musicisti. Divertente la scena in cui li sente in macchina e li stronca uno dopo l'altro. Scopriamo che ha una figlia, Violet (Hailee Steinfeld), e una ex moglie (Catherine Keener), entrambe con una pessima opinione di lui. Inoltre la sua carriera di produttore musicale è in declino da anni, e questo è il giorno della sua fine.
Avendo concluso che ha toccato il fondo, aiuta il tempo a passare consumando alcolici vari e camminando senza meta per New York finché, ormai è sera, finisce nel club in questione proprio mentre Gretta sta per cominciare a cantare. Sarà l'intossicazione alcolica, sarà l'abitudine di tutta una vita, o che il testo della canzone racconta qualcosa che lui capisce molto bene, ma Dan sente la canzone completa di arrangiamenti, come la produrrebbe lui. E noi con lui, magia del cinema:
Dunque propone a Gretta di produrle un disco. Lei si nega, e non solo perché è una cantautrice pura e dura, c'è sotto qualcos'altro che scopriamo per mezzo di un altro ...
Flash back. Gretta arriva a New York con Dave Kohl (Levine), entrambi inglesi, lui è stato messo sotto contratto da una label americana come The Next Big Thing nel pop che più commerciale di così non si può. Ufficialmente lui è il musicista, lei è solo la fidanzata. In realtà sono partner non solo affettivi, ma anche artistici. La vita da star cambia rapidamente Dave e in breve finirà per distaccarsi da Gretta.
Lei nel frattempo ha incontrato un vecchio amico, Steve (James Corden, io questa faccia l'ho già vista, mi dicevo, poi m'è venuto in mente, è apparso in un paio di episodi di Doctor Who, avendo anche l'onore di avere una bizzarra fusione mentale col Dottore), musicista spiantato che spera in una buona occasione oltre oceano. Così che, quando viene scaricata da Dave, Gretta ha un punto di appoggio. Steve la porterà con lei al club e la inviterà a salire sul palco. Completando il cerchio.
Giorno dopo. Gretta si convince a dare a Dan una chance, i due vanno dalla ex-label di Dan ma non hanno un demo da presentare, e l'ex-socio di Dan insiste perché le cose vengano fatte secondo le regole.
Fare una demo è una operazione lunga, noiosa e, soprattutto, costosa. I due decidono di fare qualcosa di assurdo, realizzare un intero CD per conto loro, raccattando musicisti disperati (New York è piena di ottimi strumentisti che sono costretti a campare aspettando la grande occasione) offrendo loro una percentuale sui possibili futuri guadagni, e mettersi a registrare in giro per la città, fregandosene dei rumori di fondo, che anzi finiranno per dare un tocco inconsueto alla registrazione, e cercando di evitare la polizia che non apprezza esibizioni non autorizzate.
Nel contempo i due cercheranno anche di dare anche una sistemata alle loro vite personali, le cose si mescoleranno considerando che Violet suona la chitarra elettrica, e finirà per essere coinvolta nella realizzazione del disco.
Si vede che John Carney, sceneggiatura e regia, ha un notevole background musicale, e che ama quel mondo. E' decisamente raro vedere un film dove la musica venga trattata con lo stesso rispetto che le viene qui riservato. Ottima la scelta di Mark Ruffalo nel ruolo principale.
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