22 Jump Street

Troppo difficile sostenere quasi due ore di commedia sul (quasi) niente, il giochino di prendersi in giro sul fatto che sia un sequel (di 21 Jump Street, ovviamente) è divertente ma tirato un po' troppo per il lungo, le gag à la Scuola di polizia sono fuori tempo massimo. Però, quando funziona, fa ridere davvero.

Squadra che vince non si cambia, e quindi tutti, regia (Phil Lord & Christopher Miller), sceneggiatura (Michael Bacall) e cast principale sono ancora tutti lì. E' arrivato qualcuno in più, in particolare Rodney Rothman (s'è fatto le ossa scrivendo per il David Letterman Show) nella scrittura, e Peter Stormare come nuovo cattivo da sconfiggere (con una sorpresa nel finale).

L'improbabile coppia di sbirri Schmidt (Jonah Hill) e Jenko (Channing Tatum), dopo aver clamorosamente fallito nell'arrestare Gost (Stormare), viene nuovamente assegnata alla squadra del capitano Dickson (Ice Cube), che ha cambiato sede, dall'altra parte della strada, dove tutto è più grosso e costoso, grazie al budget più elevato strappato alla produzione in seguito al successo del primo episodio - e ce lo dicono proprio i personaggi del film stesso.

Vengono quindi assegnati ad un caso fotocopia del precedente, però questa volta andranno in un college. Qui succederanno alcuni inghippi inattesi. Ad esempio il capitano s'era dimenticato di accennare al fatto che quello è proprio l'istituto che frequenta sua figlia Maya (Amber Stevens), il che gli darà modo di accrescere il dispetto nei confronti dei suoi due sottoposti.

Divertente il finale, quando viene raccontato in breve il futuro di Schmdt e Jenko, costretti dal sempre più arrabbiato Dickson ad una serie di missioni fotocopia, ognuna delle quali è ovviamente un ennesimo capitolo della saga Jump Street, fino a terminare con un 2121 Jump Street in cui i due verranno sparati nello spazio per vivere una loro personale odissea. Simpatiche le apparizioni a sorpresa di Anna Faris e Seth Rogen.

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