Boyhood

Con la scusa di raccontarci l'adolescenza di Mason (Ellar Coltrane), Richard Linklater ci offre uno spaccato della vita di una famiglia americana che penso possa essere considerata, a suo modo, "normale".

La particolarità tecnica di aver girato il film in sessioni annuali a partire dal 2002, per un totale di dodici anni, fa sì che si abbia l'impressione di vedere il riassunto di una serie televisiva molto popolare, con gli attori che invecchiano con i loro personaggi. O magari quello di un mostruoso reality, un po' alla The Truman show.

Il metraggio molto lungo diluisce l'azione e non accade nemmeno niente di particolarmente drammatico (o comico). Viene da chiedersi se dodici anni di vita siano così vuoti, e dopotutto è lo stesso dubbio che prende alcuni personaggi, la madre di Mason (Patricia Arquette) lo dice anche esplicitamente. Passano gli anni, e l'impressione che ha è che l'unica cosa che le succede sia avvicinarsi alla tomba. Meno pessimista il padre (Ethan Hawke), che semplicemente archivia la sua gioventù e prende atto della nuova fase della sua vita, non facendosi troppe domande su quale sia il senso della vita che sta conducendo.

Le quasi tre ore di lunghezza della pellicola sono una necessità narrativa per far passare il concetto di cui sopra, anche se questo implica lunghe sezioni in cui accade veramente poco, che finiscono per essere illuminate dai brevi momenti significativi.

8 commenti:

  1. Devo vederlo... me ne stanno parlando tutti benissimo!

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    1. Un po' deprimente, a pensarci bene. Ma direi anch'io che è un buon film.

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  2. i film hanno una trama, la vita no (G. Marx); se un film imita troppo la vita rischia di diventare noioso, come è noiosa la vita di (quasi) tutti noi
    premesso ciò, credo che l'andrò a vedere

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    1. Il rischio di questo film è proprio quello che indichi tu. Corre vicino alla soglia del baratro. A seconda della sensibilità personale, forse ci cade pure dentro.

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    2. lo andremo dunque a vedere (sabato pomeriggio) con tutta la ballotta finalmente ricostituita

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  3. Alla fine avevo il magone, purtroppo sono più da bicchiere mezzo vuoto e ho sposato in toto il punto di vista della Arquette. Non so davvero come parlerò di questo film così particolare...

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    1. Che poi, a bene vedere, è il punto di vista del Candido di Voltaire. Un realismo che non si dimentica dei lati oscuri ma nemmeno degli sprazzi di luce.
      Un po' di magone credo sia naturale, se non ci si vuole nascondere dietro un dito.

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  4. " Viene da chiedersi se dodici anni di vita siano così vuoti, e dopotutto è lo stesso dubbio che prende alcuni personaggi, la madre di Mason (Patricia Arquette) lo dice anche esplicitamente. Passano gli anni, e l'impressione che ha è che l'unica cosa che le succede sia avvicinarsi alla tomba."

    Guarda, non ho visto il film ma posso dirti-anche per esperienza personale- che, non è tanto lontano da molte realtà.Purtroppo per noi.

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