Come da manuale, la puntata è dedicata al confronto tra Sherlock Holmes (Benedict Cumberbatch) e il cattivo di stagione, Charles Augustus Magnussen (Lars Mikkelsen), di fino ad ora sapevamo solo che era dietro al rapimento di John Watson (Martin Freeman) e fatti successivi narrati ne La cassa vuota.
Per maggiori dettagli vedasi quello che avevo scritto in occasione della mia prima visione, qui aggiungo che è sorprendente quanti errori faccia Holmes in questa puntata. Inatteso nello schema di una serie di questo tipo, ma realistico e interessante. Lavorando di induzione, è naturale che Sherlock non ci azzecchi sempre. Spesso due o più diverse opzioni possono giustificare le sue osservazioni, e non sarebbe umano se operasse sempre la scelta corretta. Anche se nei momenti essenziali riesce sempre a calcolare almeno un passo in più degli altri.
Il difetto fondamentale di Sherlock è quello di maltrattare indegnamente chi gli sta vicino. Watson ha avuto modo di spiegargli che così non si fa, in maniera brutale ma efficace all'inizio di stagione. Qui si premurano di dargli un supplemento di spiegazioni Molly Hooper (Louise Brealey), anche se, tecnicamente, lo prende a schiaffoni forse quando avrebbe meno motivi per farlo, e Janine (Yasmine Akram). Ha anche modo di venir maltrattato da Mary Watson née Morstan (Amanda Abbington), con toni un po' sopra le righe, a dire il vero, al punto che non si capisce bene quanto è precisa lei e osso duro lui, in un gioco di responsabilità a cui è difficile dare un senso definito.
Come nella precedente puntata, vediamo Sherlock, in un momento fondamentale, fare i conti con le persone che per lui sono davvero importanti, che scopriamo essere, oltre a John, Molly, Lestrade (Rupert Graves), Mycroft (Mark Gatiss) ma soprattutto Jim Moriarty (Andrew Scott).
Bello il finale, che sembra chiudere la serie brutalmente, ma che la riprende per i capelli e ci offre un cliffhanger per la prossima stagione.
Nessun commento:
Posta un commento