Il dottor Watson (Martin Freeman) ha qualche problema ad adattarsi all'amicizia con Sherlock Holmes (Benedict Cumberbatch), così disinteressato alle piccolezze della vita di tutti i giorni, e con una vita parallela che include assassini mascherati della quale non sembra voler rendere edotto, se proprio non sia necessario, il suo companion.
Il caso di questa puntata verte su una banda cinese dedita al traffico di opere d'arte. Qualcuno ha tradito, e loro, che non vanno per il sottile, ammazzano prima di chiedere.
Brillano per la loro assenza Lestrade, qui sostituito da un insipido Dimmock, e il fratellone di Sherlock. Watson, dopo aver fallito miserabilmente l'approccio con una bella fanciulla nell'episodio precedente, sembra aver maggior successo con Sarah (Zoe Telford), che sarebbe poi la sua capa in un lavoro temporaneo che ha trovato.
Confermo le mie perplessità che avevo avuto alla prima visione, sembra un episodio scritto con la mano sinistra. Anche se il risultato è comunque superiore a quello di serie simili, anche al loro meglio.
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