Salti mortali per chi ha tradotto titolo e dialoghi, dato che il titolo originale, The ghost writer, si riferisce alla professione del protagonista (che non ha nome, ed è ben interpretato da Ewan McGregor). Per quel che ne so, in italiano il ghostwriter si chiama ancora "negro", ma titolare il film così avrebbe portato solo ad equivoci. Chissà perché non lasciare il titolo originale, allora.
Bella colonna sonora del molto attivo Alexandre Desplat - ad esempio ha curato anche Il discorso del re.
Ottimo film di Roman Polanski che oltre alla regia ha curato assieme all'autore anche la trasposizione in sceneggiatura del romanzo originale di Robert Harris - che sarebbe poi l'autore di Fatherland ed Enigma, giusto per inquadrare il personaggio. Siamo dunque dalle parti del thriller basato su fatti reali che vengono però rimodellati secondo le esigenze dell'autore.
L'impianto della storia ricorda quello di alcuni famosi film hitchcockiani: un uomo qualunque (il ghostwriter, in questo caso) viene tirato dentro un grosso impiccio. Volente o nolente più passa il tempo più i guai intorno a lui aumentano, finché si arriva alla resa dei conti.
Con gran fatica mi trattengo e non dico come va a finire, accenno solo al fatto che il ghostwriter è chiamato per aiutare un simil-Blair (chiamato Adam Lang e interpretato da Pierce Brosnan) a scrivere le sue memorie, in sostituzione del precendente ghostwriter morto in modo sospetto - come sottolineato anche dalla musica. Lo svilupparsi della storia ci porta a chiederci se quel morto non sia semplicemente accessorio a qualche cosa di più grosso, e veniamo portati a scoprire, pezzo dopo pezzo, dettagli di verità (?) che ci portano ad una vicenda un po' da complottisti ma mantenuta nei limiti della verosimiglianza, quella strana verosimiglianza che viene richiesta ad una fiction, intendo.
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