The believer

Produzione americana a basso costo e alta tensione morale. La storia (scritta e diretta da Henry Bean) sembra assurda, infatti è basata su fatti reali. Un ebreo newyorkese diventa neo nazista, infiamma gli ambienti dell'estrema destra antisemita, finché un reportage sul New York Times espone il suo paradosso.

In pratica tutto il film si regge su Ryan Gosling, ottimo protagonista, che è ben supportato da un cast tra cui spicca Theresa Russell nel ruolo dell'anima nera di un gruppuscolo fascisteggiante.

Simile ad American history X ma diverso in quanto il travaglio del protagonista è tutto interiore. Non c'è una vera contrapposizione tra lui e una società distratta, ma piuttosto una lotta tra due diverse anime nella stessa persona.

I flash back che mostrano il ragazzetto a scuola di religione, ricordano in modo preoccupante le versioni di Woody Allen sullo stesso tema, mi aspettavo da un momento all'altro qualche battuta fulminante. Ma non è un film in cui si rida.

Direzione a tratti incerta, sceneggiatura che pare voglia fare domande più che offrire risposte.

7 commenti:

  1. Ho pensato a tutto guardandolo, a quanto nera possa essere la nostra anima, a quanto potesse essere non dico vero, ma almeno realistico. E' un American History X versione 2.0, con indubbia volontà di farci riflettere dei nostri errori, o delle infinite possibilità che ci portano i nostri ragionamenti. Non ho pensato mai ad Allen, piuttosto a come poteva sommergerlo di mxxxx con una battuta, poche parole per magari farlo piangere.

    E Ryan Gosling si è rivelato così...

    RispondiElimina
  2. A proposito di piangere, un punto chiave è proprio quando al protagonista spunta una lacrima al racconto dell'uccisione del bambino di 3 anni a baionettate. E lui inizialmente si immedesima nel nazista che uccide, per poi (molto dopo) immedesimarsi anche nel padre.

    Più ci penso e più la radice del protagonista mi pare proprio alleniana. Intelligente, provocatore, dotato di parlantina, ma sfoga il suo dramma interiore in modo irrazionale, con la fisicità e puntando sulla violenza invece che sull'ironia.

    RispondiElimina
  3. Oddio, quanta psicanalisi. Ero solo un pò cattivo, non andavo in cerca di scene del genere. Se però Allen fosse cattivo questa sarebbe un'ipotesi di come sarebbe cresciuto.

    RispondiElimina
  4. Piano con le parole, conosco un paio di strizza e non mi permetterei mai di dire che le mie chiacchiere hanno qualcosa a che fare con la psicanalisi - mi farebbero a pezzi in un battibaleno :D

    Quello che intendevo dire era proprio quello: tra il Believer e Allen c'è forse solo la scelta di che strada prendere ad un bivio. Magari un incontro al momento giusto sarebbe bastato per cambiare completamente la sua storia.

    RispondiElimina
  5. Mi immagino piuttosto un Allen con un lato oscuro, un doppio se vuoi, in cui si scaglia contro i suoi simili. Idea per una sceneggiatura, a metà tra biopic e film drammatico.

    RispondiElimina
  6. Avevo anche pensato a qualcosa di simile, due fratelli, con la possibilità che si trattasse di un unico individuo con un problema di sdoppiamento. Un po' alla dottor Jekyll - Mr.Hide.

    RispondiElimina