La parte degli angeli

Se non mi sbaglio, il precedente film firmato Ken Loach che ho visto è Terra e libertà, l'ultimo prima dell'inizio di una lunga collaborazione con Paul Laverty. Mi viene dunque il dubbio che l'ammorbidimento di Loach che ho riscontrato qui non sia roba proprio recentissima.

Se la prima parte sembra un suo classico film di vent'anni fa, anche se permeato da un maggior umoristico disincanto, la parte centrale mette in ombra la critica sociale per dedicarsi a qualcosa che assomiglia ad un heist movie alla Ocean's eleven incrociato con i film d'occasione turistica, tipo Il cammino per Santiago, finale pure a doppio filo, combattuto com'è tra la redenzione agiografica del protagonista e la gioiosa autodistruttività dei comprimari.

La storia è quella di un teppistello scozzese che dopo essersi fatto alcuni anni di meritata galera vorrebbe mettere la testa a posto, grazie anche all'influsso positivo della sua donna, da cui aspetta il figlio. Lo stato di lei, proprio all'inizio del film, lo salva dal ritorno in gattabuia, ma è l'ultimo avviso, è ben chiaro anche a lui.

L'influsso dell'ambiente però è troppo forte, e sembra che solo un miracolo lo possa salvare. Ci penseranno gli angeli, quegli stessi che, come vuole tradizione, si sbevazzano metaforicamente la loro fetta della produzione del whisky locale a salvarlo dal degrado della periferia di Glasgow.

2 commenti:

  1. Molto carino questo film, una piccola favola che parla di riscatto sociale con ironia e, in alcuni tratti, suspense. Da non perdere!

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    1. E' piaciuto anche a me, anche se avrei apprezzato una maggior cura nella produzione.

      Grazie per il commento, purtroppo era finito nello spam e me ne sono accorto solo dopo quasi un anno (!)

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